M5S, processo a Di Maio. Lui: "Ci hanno fregato, io sono buono non furbo"
La richiesta di messa in stato d'accusa del presidente Mattarella era solo un modo per provare a stanare Salvini ("La Lega non potrà non seguirci", diceva mentre annunciava la mossa) e sviare l'attenzione dal tradimento del Carroccio, che impuntandosi sul nome di Paolo Savona aveva fatto fallire (più del veto di Mattarella) il tentativo di governo giallo-verde.
Si sente tradito, preso in giro, "fregato", Luigi Di Maio.
Lo ha detto chiaramente ieri nel corso dell'assemblea congiunta dei parlamentari M5S a Montecitorio: "Può darsi che scopriremo che tutti quelli con cui abbiamo avuto a che fare ci hanno fregato. Ma io preferisco passare per brava persona che per furbo".
L'incontro si è tenuto dopo il faccia a faccia con Mattarella, dopo la richiesta a Paolo Savona di fare un passo indietro e l'avvio dell'ultimo - disperato - tentativo di dare il via all'esecutivo giallo-verde guidato dal professor Giuseppe Conte.
"La nostra responsabilità - ha detto ai suoi - in relazione allo stallo politico è pari a zero, ci trattano sempre come se fossimo i Calimero della politica ma ora sono gli altri che devono dirci se sono disponibili a trovare una soluzione ragionevole per formare un governo del cambiamento".
Ma i malumori nel Movimento sono sempre più forti. I sondaggi hanno iniziato a cambiare verso dopo l'avvio delle trattative con il Carroccio, M5S scende - anche sotto i livelli del 4 marzo - mentre la Lega cannibalizza il centrodestra e le ultime rilevazioni la danno ormai a un tiro di schioppo dai pentastellati.
Molti parlamentari, non è un segreto per nessuno, non vedono di buon occhio una fine prematura della legislatura, non a caso la proposta del leader di riaprire i giochi ha rinvigorito la truppa pentastellata, oltre a rimettere la patata bollente nelle mani di Matteo Salvini. Sta a lui ora decidere se portare il Paese al voto anticipato per un solo nome - quello di Paolo Savona - o dare il via al "governo del cambiamento".
A parte i sorrisi tornati sui volti dei parlamentari M5S, restano le critiche al leader e alla sua gestione di questi 87 giorni di crisi di governo. Un vero e proprio processo al capo politico - criticato anche per aver ceduto alla Lega Savona - da parte di molti parlamentari che non si sentono coinvolti nelle decisioni politiche e che accusano Di Maio di condividerle solo con il suo entourage più ristretto.
"Luigi, devi ascoltare i rompi...", gli ha detto nel corso dell'assemblea a Montecitorio il deputato abruzzese Andrea Colletti, che ha usato un termine colorito (anche più colorito di quello che abbiamo utilizzato noi) per chiedere al capo politico più ascolto, per invitarlo a tenere in considerazione anche i punti di vista più critici.
"Luigi devi ascoltare di più", ha rincarato la vicepresidente del Senato Paola Taverna.
(Unioneonline/L)
L'ULTIMA PROPOSTA: "GOVERNO CONTE CON SAVONA A UN ALTRO MINISTERO":