L'assemblea del Pd congela le dimissioni - che restano comunque "irrevocabili" - di Matteo Renzi da segretario "per concentrarsi sulla situazione politica attuale".

Un partito che puntualmente si spacca: 397 sì, 229 no e 6 astenuti sulla proposta presentata - tra un coro di no e diversi fischi - da Matteo Orfini.

Si respira un clima teso all'assemblea dem: "Siamo un partito democratico, chi vuole fischiare lo faccia fuori", dice un visibilmente irritato Orfini. Che poi sottolinea come le dimissioni di Renzi - che non è intervenuto - restino e siano irrevocabili.

L'area Martina puntava alla formalizzazione delle dimissioni di Renzi e a un incarico pieno per il politico bergamasco, che resta invece un "semplice" reggente.

In sostanza, si è solo deciso di non decidere: la presa d'atto delle dimissioni del segretario e il voto assembleare per il suo successore (o per far partire il congresso) sono stati rinviati alla prossima riunione.

Martina annuncia che - una volta presi i pieni poteri - darà il via a un congresso anticipato per eleggere il prossimo segretario. Attacca il programma gialloverde ("Un testo a metà tra il libro dei sogni e il libro degli orrori") e chiama a raccolta gli iscritti: "Se tocca a me, anche solo per poche settimane o pochi giorni, tocca anche a tutti voi con me".

Le minoranze non sono contente per l'ennesimo rinvio, ma si dicono soddisfatte per le dimissioni "irrevocabili", anche se non ancora formalizzate, dell'ex premier. "Finisce l'era Renzi", esulta più di qualcuno.

(Unioneonline/L)
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