Domenica 4 marzo si vota dalle 7 alle 23 per eleggere i 630 deputati e i 315 senatori che andranno a comporre il prossimo Parlamento.

Ogni elettore avrà una scheda rosa per la Camera e - se ha più di 25 anni - una gialla per il Senato.

Come sappiamo, si vota con un sistema misto uninominale/proporzionale. Un terzo dei futuri parlamentari verrà eletto nei collegi uninominali, in una disputa tra le varie coalizioni in cui viene eletto solo il candidato che prende più voti in quel collegio. I restanti due terzi dei seggi verranno invece assegnati con metodo proporzionale alle singole liste, senza alcun premio di maggioranza.

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Colore e nomi a parte, le schede di Camera e Senato sono identiche - si vota allo stesso modo - hanno in un rettangolo il nome e il cognome del candidato al collegio uninominale. Nella parte sottostante c'è invece il simbolo della lista (o delle liste in caso di coalizione) collegata a quel candidato, con accanto l'elenco dei candidati che compongono il listino proporzionale.

L'elettore può apporre un segno sulla lista che intende votare (il partito X ad esempio), e il voto sarà esteso anche al candidato uninominale collegato.

Può anche apporre un segno solo sul candidato uninominale, e il suo voto sarà esteso alla lista che lo sostiene. In questo caso, se un candidato uninominale fosse sostenuto da una coalizione con più partiti, il voto verrebbe suddiviso tra quei partiti in maniera proporzionale in base ai voti ottenuti nel collegio da ogni singola lista.

Il voto è valido anche se si appone la croce sia sul candidato uninominale che sulla lista o una delle liste collegate.

Non è possibile il voto disgiunto. Ovvero, se io conosco personalmente il candidato uninominale X del mio territorio, mi fido di lui e voglio portarlo in Parlamento, ma voglio dare il mio voto alla lista Y che ne sostiene un altro, non posso farlo. Dunque, non è possibile apporre la croce su un candidato uninominale e allo stesso tempo su una lista che non è collegata a quel candidato, pena l'annullamento del voto.

Non sono previste le preferenze, quindi è inutile - e anzi potrebbe anche costare l'annullamento del voto - apporre la croce su uno dei candidati indicati nel listino proprozionale, tre o quattro nomi che compariranno accanto al simbolo di ogni partito. Quei listini sono bloccati.

Per votare bisogna recarsi al seggio muniti di tessera elettorale e di un documento d'identità valido.

IL TAGLIANDO ANTIFRODE - Domenica, per la prima volta, non saremo noi ma il presidente del seggio a infilare materialmente la scheda nell'urna. Effetto del tagliando antifrode, pensato per evitare appunto le frodi e il voto di scambio. Funziona così: noi elettori riceviamo una scheda con un codice identificativo alfanumerico riportato su una parte rimovibile, e il presidente del seggio annota questo codice sul registro accanto al nome dell'elettore. Poi, dopo aver votato, pieghiamo la scheda e la consegnamo nelle mani del presidente di seggio, il quale stacca il tagliando antifrode e controlla che il numero corrisponda a quello annotato prima sul registro elettorale. Sarà lui stesso, effettuato il controllo, a infilare la scheda nell'urna.

A proposito, il tagliando antifrode è rimovibile. Fate attenzione a non perderlo, altrimenti il vostro voto sarà invalidato.

COME FUNZIONA IL TAGLIANDO ANTIFRODE - VIDEO

Davide Lombardi

(Unioneonline)
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