"Ammetto di aver usato un'espressione inopportuna". Ma "dovrebbero cambiare la Costituzione, perché si parla di razze".

Così Attilio Fontana, candidato governatore di Lega e Forza Italia alle regionali in Lombardia, dopo le polemiche scatenate dalle sue dichiarazioni, ai microfoni di Radio Padania, circa la minaccia rappresentata dai migranti per la "razza bianca" italiana.

Il riferimento è all'articolo 3 della Costituzione, che, appunto recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di opinioni politiche di condizioni personali e sociali".

"lo volevo semplicemente evidenziare - ha detto oggi l'ex sindaco di Varese in un'intervista al TgCom - come un discorso lasciato al caso rischi di essere devastante per il nostro Paese. Io da cittadino italiano mi vergogno di vedere immigrati che vivono in case abbandonate e sono preoccupato del fatto che rischino di entrare nella malavita organizzata per sopravvivere", ha aggiunto.

Ancora, secondo Fontana, "il problema va affrontato, perché la situazione rischia di esplodere e di creare problemi di carattere sociale".

Le esternazioni di Fontana hanno scatenato un putiferio politico. Dure critiche sono arrivate dal Partito democratico e anche molti esponenti del centrodestra hanno cercato di gettare acqua sul fuoco, ricordando come Fontana sia sempre stato una "persona equilibrata".

Sconcerto è stato espresso anche in Europa. Ad esempio, dal commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, che ha bollato le parole del candidato leghista come "scandalose".

(Unioneonline/l.f.)

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