"Questo simbolo ha una storia. In cima c'è un fiore 'petaloso', frutto dell'immaginazione di un bambino".

Così una sorridente Beatrice Lorenzin presenta il simbolo della sua lista "Civica Popolare" - un piccolo fiore giallo su sfondo fucsia - soffermandosi anzitutto sul "riferimento botanico" che ha fatto ritardare il lancio ufficiale.

Francesco Rutelli l'aveva infatti diffidata dall'utilizzare il logo della Margherita, cosa che aveva costretto il ministro della Salute a rimettere mano alla grafica del simbolo.

"Qualcuno ci vuole vedere una margherita? Assolutamente non va vista. Per me è una peonia. Me lo ha regalato un bambino figlio di una mia amica...".

"Questa campagna elettorale sembra quella di Cetto Laqualunque - aggiunge - a chi la spara più grossa. Gli italiani hanno capito che si tratta di promesse non mantenibili. Abbiamo deciso di mettere in campo un progetto politico che non si ferma a queste elezioni, ma va avanti. Ci siamo uniti per fare una forza politica''.

Sotto il ''fiore petaloso'' compaiono i simboli dei 5 partiti che fanno parte della lista Lorenzin: l'Italia dei Valori, Centristi per l'Europa, Unione, l'Italia è popolare e Ap.

"Questa - assicura Lorenzin - è una forza politica che nasce con un'impronta decisamente popolare e centrista, che fa parte della coalizione di governo che abbiamo avuto in questi anni. Noi ora stiamo lavorando su un progetto che è continuità con quello che abbiamo fatto in questi anni, ma con una spinta e una forza maggiore di identità".

"Siamo una nuova forza politica che vuole contare, noi ci mettiamo in gioco", garantisce.

Ad ascoltarla in prima fila, oltre a tutti i parlamentari di Ap che hanno scelto di restare a sinistra (da Fabrizio Cicchitto a Sergio Pizzolante e Nico D'Ascola e Guido Viceconte), c'erano, tra gli altri, Dellai, Giuseppe De Mita, Giampiero D'Alia. Assente Angelino Alfano, influenzato.

(Unioneonline/D)

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