Primarie il 30 aprile: questo ha stabilito, con 104 voti favorevoli e tre contrari, la direzione del Partito Democratico.

Data che è una mediazione tra la posizione di Matteo Renzi, che spingeva per primarie lampo il 9 aprile, e quella di Andrea Orlando e Michele Emiliano (gli altri due contendenti assieme alla torinese Carlotta Salerno), che preferivano tempi più lunghi.

Questa la road map tracciata dal partito: presentazione delle candidature a segretario entro il 6 marzo alle ore 18, poi le varie riunioni di circolo, quindi le primarie.

Si voterà dalle 8 alle 20: per partecipare bisogna dichiararsi elettori del Pd al momento del voto e pagare 2 euro.

"Così si chiude l'ipotesi di elezioni a giugno", taglia corto Piero Fassino. "Siccome le procedure per attivare il voto richiedono almeno 45 giorni, io non ritengo possibile che si verifichi una crisi di governo mentre facciamo il congresso".

Il ministro della Giustizia Orlando esprime soddisfazione per la data scelta e puntualizza: "Mi candido alla segreteria per riunire il partito, ma non farò il candidato premier".

Intanto Massimo D'Alema annuncia che entro un paio di giorni arriveranno nome e simbolo del nuovo soggetto politico di sinistra. E fa il tifo per Orlando: "Con lui segretario si potrebbe sicuramente riaprire il dialogo, sarebbe un gran passo avanti".

LE PAROLE DEL MINISTRO ORLANDO, CANDIDATO ALLA SEGRETERIA - VIDEO:

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