"Mi rivolgo a tutti quelli che hanno buon senso. Al segretario e a tutti coloro che lo hanno sostenuto dico: non date seguito alle infauste conclusioni dell'ultima direzione. Fermatevi".

Questo l'appello di Pierluigi Bersani a dirigenti e militanti del Pd alla luce dei dissidi che animano i democratici e di fronte al rischio sempre più concreto di una scissione tra renziani e minoranza.

Un invito affidato a una lettera inviata all'Huffington Post, nel quale l'ex segretario e ministro ha ribadito quella che secondo lui è l'unica strada praticabile per salvare il partito.

Ovvero: far partire l'annunciato percorso congressuale a giugno per arrivare al voto nel 2018.

"Questo percorso - spiega Bersani - semplice, logico e utile al paese, viene inopinatamente e incomprensibilmente stravolto. Viene messa una spada di Damocle sul nostro stesso governo. Si trasforma il percorso congressuale in una immediata e rapida conta, cancellando così ogni ipotesi di riflessione strategica e bruciando l'unica possibilità di una correzione di rotta. Nel pieno fra l'altro di una discussione parlamentare sulla legge elettorale che in queste condizioni rischia il binario morto e nell'incombenza di rilevantissime elezioni amministrative".

Ancora: "Qual è la ragione di questo stravolgimento?", si chiede Bersani. "Esiste una motivazione comprensibile e pronunciabile? No". Eccetto "l'intenzione del segretario di 'non farsi logorare'".

Di qui la conclusione (che suona come un ultimatum in vista della decisiva assemblea convocata domenica): "Stravolgeremo dunque tutto il percorso per le esigenze o le velleità di una persona sola? No. Prima il paese, poi il partito, poi le esigenze di ciascuno. Questo criterio, per me e per tanti, e spero per tutti noi, è la base stessa della politica. Se noi non teniamo ferma questa sequenza, non siamo più il Pd".

LA REPLICA DEI RENZIANI - Pronta la replica dei fedelissimi di Matteo Renzi: "Si cerca di percorrere tutte le strade possibili per individuare un percorso comune", il commento del deputato Matteo Richetti.

Che aggiunge: "Va bene il sostegno a Gentiloni, la durata della legislatura, la legge elettorale, la discussione sul programma. Ma sul Congresso serve una parola di chiarezza, non perchè l'abbia deciso Renzi ma perchè il Congresso l'hanno chiesto tutti in modo unanime".
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