"I giornali e i tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene".

Nuova stoccata di Beppe Grillo contro la stampa, accompagnata da una proposta-choc: la creazione di una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media.

"La giuria dovrebbe essere composta da cittadini scelti a sorte - ha scritto il guru del Movimento 5 Stelle sul suo blog - Se una notizia viene dichiarata falsa, il direttore della testata, a capo chino, deve fare pubbliche scuse e riportare la versione corretta dandole la massima evidenza in apertura del telegiornale o in prima pagina se cartaceo; così forse abbandoneremo il 77esimo posto nella classifica mondiale per la libertà di stampa".

Parole che non hanno mancato di destare reazioni polemiche.

Nonché la replica al vetriolo di Enrico Mentana, direttore del tg di La7 (il cui logo è stato messo da Grillo nel calderone dei media presunti "propinatori" di bufale): "In attesa della giuria popolare chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato - ha scritto su Facebook il conduttore tv - Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale a civile".

Una querelle che arriva nel giorno del voto online degli attivisti a 5 Stelle sul nuovo codice etico del Movimento.

Approvato a stragrande maggioranza (91%) degli oltre 40mila militanti pentastellati che hanno partecipato alla consultazione.

Si tratta della "svolta garantista" dei 5 Stelle.

Tra le regole generali, infatti, è stata inserita quella che prevede che chi riceve un avviso di garanzia non sia obbligato a dimettersi, ma solo a informare immediatamente il sito di Beppe Grillo e i vertici del M5S.

Ancora, in base alle nuove norme, non scatteranno immediatamente le sanzioni e non ci sarà nessun automatismo avviso di garanzia/espulsione per i pentastellati toccati dalle inchieste: saranno il Garante e il Collegio dei probiviri a decidere caso per caso, a seconda della gravità.

Un cambio di rotta rispetto all'origine dura e pura del Movimento che ha attirato più di una critica.

Il deputato Pd Michele Anzaldi, ad esempio, parla di salvaRaggi: "Con il nuovo codice ogni decisione in caso di indagini passa sotto la diretta responsabilità di Grillo, senza più riferimenti agli iscritti".

Fabrizio Cicchitto (Ncd) dà ironicamente il "benvenuto" a Grillo tra i garantisti.

Intanto, l'ex assessore ai Rifiuti di Roma Paola Muraro, dimissionaria in seguito a un avviso di garanzia, dichiara: "Se il post di Grillo fosse uscito prima non mi sarei dimessa". E lancia un messaggio al sindaco Virginia Raggi: "Tornare in politica? Se me lo chiedesse Virginia sì".

E domani il Tribunale del riesame deciderà se confermare o meno il carcere per Raffaele Marra, il braccio destro del sindaco Raggi arrestato per corruzione.

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