La legge di Bilancio non si cambia anche se dovessero arrivare i rilievi dell'Unione europea. Matteo Renzi al termine del consiglio di Bruxelles non arretra di un millimetro sulla manovra che al momento non è ancora stata trasmessa alle Camere.

L'arrivo in Parlamento è previsto per lunedì, mentre sull'articolato i tecnici sono ancora a lavoro. "Se l'Ue avrà osservazioni da fare ascolteremo ma questa manovra ha il deficit più basso degli ultimi dieci anni - aggiunge - gli sforzi li stiamo facendo e vogliamo dare un segnale ai cittadini non alle tecnocrazie di Bruxelles".

Il presidente del Consiglio ripete quello che ormai da mesi è diventato il suo mantra: "L'Italia non chiede la flessibilità, ma chiede le circostanze eccezionali per terremoto e immigrazione". E su quest'ultimo punto il premier è caustico: "Su l'immigrazione una parola buona, parole che ormai non bastano, ci aspettiamo i fatti".

Sulla legge di Bilancio infatti non si placano i rumors tra l'Italia e la commissione Ue. Al momento infatti non è positivo il giudizio di Bruxelles sulle proposte dell'Italia, che la commissione giudica "rischiose".

Già la settimana prossima l'Ue potrebbe mandare a Roma, e in altri paesi, delle lettere di chiarimenti, per arrivare poi il 9 novembre con la pubblicazione da parte della commissione delle previsioni da cui emergerà la lettura dei conti pubblici italiani, che al momento secondo l'Europa è preoccupante. L'ultima tappa di questo braccio di ferro con la commissione potrebbe poi arrivare proprio alla vigilia della consultazione referendaria, il 30 novembre con un "parere" e una possibile procedura europea a carico dell'Italia.

Su questa possibilità Renzi però non ha tradito incertezze: Il rischio di infrazione all'Italia è "un'analisi suggestiva" e "credo che il bilancio della Germania abbia molti problemi, a cominciare da un surplus commerciale che non rispetta le regole europee e spero che i nostri amici possano provvedere al riequilibrio".

Insomma attacca Renzi "l'Italia non viene in Europa a farsi dire cosa deve dire e cosa deve fare" perché "l'Italia a testa alta non è una postura muscolare, ma serve all'Europa". "Qui non ci sono Don Chisciotte o Giamburrasca - incalza il premier - Non alziamo il dito per fare confusione o polemiche ma difendiamo l'interesse nazionale che è un valore per l'ideale europeo. L'interesse nazionale è precondizione per assolvere al grande ideale europeo".

E infine il messaggio alla Germania: "Agli amici dell'est Europa diciamo che è finito il tempo degli assegni in bianco. La discussione sul bilancio va fatta a testa alta".Le critiche non mancano ad arrivare: "E' ufficiale: il governo è nel caos totale. E ieri ha ripresentato alle Camere il documento programmatico di Bilancio già inviato lo scorso 18 ottobre".

Attacca Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia, che prosegue: Semplicemente scandaloso. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, non ha nulla da dire?". Raffaele Fitto, leader dei Conservatori e Riformisti, lamenta: "Siamo al 21 ottobre. Non c'è la legge di bilancio, non c'è il decreto fiscale annunciato. Non c'è nulla di scritto e ufficiale, solo indiscrezioni corrette e smentite ogni giorno, più una trattativa opaca a Bruxelles. Da una settimana assistiamo a una propaganda tv di Renzi basata su slides e promesse. Non è una cosa seria. E' peggio del gioco delle tre carte". Dalla Lega Nord si alza infine la voce di Paolo Grimoldi: "Perché Renzi non dice la verità? Ovvero che l'Italia non ha chiesto la flessibilità e che Bruxelles non ci imporrà di modificare la legge di Stabilità, se non in piccoli dettagli, lasciando intatte le marchette elettorali infilate da Renzi per aumentare i consensi alla sua riforma elettorale, solo perché in cambio abbiamo rinunciato a farci sentire veramente sulla ripartizione degli immigrati".
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