Non ci saranno exit poll per il referendum sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, in corso sino alle 23 italiane.

Per conoscere i risultati del conteggio che inizierà subito dopo la chiusura delle urne, dunque, sarà necessario attendere sino al cuore della notte. Gli esiti dei singoli seggi sono previsti tra le 3 e le 5 italiane di domani, mentre il risultato definitivo dovrebbe essere annunciato tra le 7 e le 8 dalla presidente della Commissione elettorale, Jenny Watson, a Manchester.

In molti paesi dell'Unione, tuttavia, circolano sondaggi. In Italia l'ultimo sondaggio Ispos/Mori condotto su 1.592 cittadini tra martedì e mercoledì, il 52% degli elettori britannici voterà per rimanere in Europa, contro il 48% dei favorevoli alla Brexit. La forbice si apre secondo Populus: il fronte per la permanenza del Regno Unito nell'Ue dovrebbe vincere con il 55% dei voti, contro il 45% dei sostenitori del "leave".

I LEADER - Numerosi i leader che oggi si sono pronunciati a favore della permanenza dei britannici nell'Europa. La cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata ad auspicare la permanenza del paese nell'Ue. "Naturalmente auspichiamo una decisione che vada nel senso di una permanenza della Gran Bretagna nell'Unione Europea", ha dichiarato

nel corso di una conferenza stampa con il cancelliere austriaco Christian Kern a Berlino.

In Scozia oggi è approdato intanto Donald Trump, ma per partecipare per partecipare domani all'inaugurazione del lussuoso golf resort che porta il

suo nome.

Il candidato in pectore del Partito repubblicano alla Casa Bianca interpellato sul referendum ha detto che se fosse chiamato

a votare "sarebbe incline" alla Brexit.

Per il ministro dell'economia italiano Pier Carlo Padoan "in ogni caso anche se non c'è Brexit non potremo dire riprendiamo come se nulla fosse. La frattura c'è già stata ed in modo molto netto e le conseguenze saranno diverse a seconda del risultato".

Nel Regno Unito sono stati istituiti 382 seggi elettorali, di cui 380 in Inghilterra, Galles e Scozia, uno in Irlanda del Nord, uno a Gibilterra.

Un voto cruciale, non solo per la Gran Bretagna, che sta tenendo col fiato sospeso la comunità finanziaria mondiale e potrebbe procurare un forte 'scossone all'economia', specialmente quella europea.

Il primo ministro britannico David Cameron ha espresso il suo voto questa mattina.

Il leader, che ha lottato per rimanere in Europa, si è recato nel seggio vicino alla sua residenza di Downing Street, nel centro di Londra, insieme alla moglie Samantha.

Cameron ieri ha dichiarato: "Se salti dall'aereo, non puoi risalire dal finestrino della cabina. Per questo motivo, chiunque abbia dubbi domani deve votare per la permanenza".

Anche il leader del partito laburista Jeremy Corbyn ha votato per il referendum sulla Brexit nel seggio elettoriale a Pakeman, nella sua circoscrizione di Islington, nel quartiere nel nord di Londra dove abita.

Un sorridente Corbyn, che si è mostrato di buon umore davanti ai giornalisti, ha fatto sapere di avere "estremamente fiducia" sul risultato del voto a favore della permanenza nell'Unione europea. "Oggi è una buona giornata", ha aggiunto.

E su Twitter ha scritto: "Ho appena votato 'Remain'. L'Ue offre il miglior quadro per rispondere alle sfide dei nostri tempi"

"La Brexit sarà un punto di svolta nella storia del nostro Paese e un trionfo della democrazia". È stato l'appello finale dell'ex sindaco di Londra e portabandiera della campagna anti Ue 'Leave' Boris Johnson agli elettori.

In un'intervista esclusiva al Telegraph, del quale è anche editorialista, Johnson si è detto certo che con l'uscita dall'Europa la Gran Bretagna potrà "prosperare grandemente".

Poi, l'attacco al premier David Cameron, leader della campagna 'Remain, accusato da Johnson di aver "danneggiato" il Paese nel corso di una campagna referendaria che ha puntato a spaventare i britannici per spingerli a rimanere nella Ue.

Ecco cosa potrebbe cambiare con la Brexit.

La campagna referendaria nel Regno Unito è stata macchiata la settimana scorsa dall'omicidio di Jo Cox, deputata laburista europeista, uccisa da un folle davanti a un collegio elettorale.

QUANDO SI VOTA. Si vota dalle 7 alle 22 ora locale (cioè dalle 8 alle 23 ora italiana). Il conteggio comincerà alla chiusura dei seggi.

I RISULTATI. Gli esiti dei singoli seggi dovrebbero arrivare fra le 3 e le 5 ora italiana di domani, quando si dovrebbe avere un quadro chiaro di com\'è andato il voto. Il risultato definitivo sarà annunciato dalla presidente della Commissione elettorale, Jenny Watson, a Manchester, nel nord dell'Inghilterra.

PERCHÈ È STATO CONVOCATO UN REFERENDUM. Il premier britannico David Cameron promise di convocare un referendum sulla permanenza nell\'Ue nel caso in cui avesse vinto le elezioni generali del 2015. La promessa giunse per rispondere alle richieste del Partito dell'indipendenza del Regno Unito (cioè l'Ukip di Nigel Farage) e di una parte dei conservatori, che evidenziavano che il Paese non si era pronunciato sulle relazioni con l'Ue da quando un referendum sul tema si era tenuto nel 1975.

IL QUESITO. La domanda alla quale i britannici devono rispondere alle urne è la seguente: "Il Regno Unito deve proseguire come membro dell'Unione europea o deve lasciare l'Ue?". Due le opzioni previste per la risposta: "Rimanere come membro dell'Ue" oppure "Abbandonare l'Ue".

Con il termine Brexit si indica l'eventuale uscita del Regno Unito dalle istituzioni europee; il termine deriva dalla fusione delle parole 'Britain', cioè Regno Unito, ed 'exit', cioè uscita.

CHI PUÒ VOTARE. Sono chiamati a votare oltre 46 milioni di cittadini. Si tratta dei cittadini britannici e dei Paesi del Commonwealth che abbiano compiuto 18 anni e risiedano nel Regno Unito, nonché dei britannici che vivono all'estero da meno di 15 anni e dei cittadini dei territori d\'oltremare come Gibilterra. I cittadini europei nel Paese non possono votare, tranne quelli nati in Irlanda, a Malta e Cipro.

PRECEDENTI. Finora nessun Paese ha mai abbandonato l'Unione europea. L'unico precedente può essere considerato quello della Groenlandia, territorio appartenente alla Danimarca, che lasciò l'Europa dopo avere convocato un referendum nel 1982.

CHI VUOLE RESTARE IN UE E CHI VUOLE USCIRE. Il movimento pro Ue è guidato dal gruppo 'Britain Stronger in Europe', che conta sull'appoggio del premier Cameron, di membri del Partito conservatore, della maggioranza dei laburisti con Jeremy Corbyn in testa, nonché di libdem, nazionalisti scozzesi dell'Snp e Verdi. Stati Uniti, Francia, Germania, Cina e India si sono espresse a favore della permanenza del Regno Unito nell'Ue.

La campagna ufficiale del 'Vote Leave' per uscire dall'Ue, invece, è guidata da politici di vari partiti, come i conservatori Michael Gove e Boris Johnson, rispettivamente ministro della Giustizia ed ex sindaco di Londra.

I MOTIVI PRO PERMANENZA E PRO BREXIT. Chi è a favore della permanenza in Ue sottolinea che fare parte del blocco favorisce l'economia del Regno Unito e rafforza anche la sicurezza del Paese davanti alla minaccia terrorismo. Chi invece è a favore della Brexit sottolinea che l'Ue impone molte regole sugli affari e che il contributo annuale per essere membri è molto alto; i pro Brexit chiedono inoltre di mantenere il controllo delle frontiere del Paese e di ridurre il numero degli immigrati in arrivo.

QUANTO TEMPO CI VORREBBE PER L'USCITA DALL'UE.. Se vincesse il sì alla Brexit il Regno Unito avrebbe due anni di tempo, che sarebbe possibile prolungare, per fissare termini e condizioni della sua uscita dall'Ue. Fino ad allora il Paese dovrebbe rispettare le regole europee e non potrebbe partecipare a nessun nuovo negoziato.
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