Il ddl Boschi è stato approvato con 179 voti favorevoli e 16 contrari. Sette gli astenuti.

Come anticipato, le opposizioni non hanno partecipato al voto. I senatori della Lega hanno lasciato l’Emiciclo di Palazzo Madama con il volume dell’attuale Costituzione tra le mani. "Il Paese non si merita questo", ha detto il senatore forzista Paolo Romani. I verdiniani del gruppo Ala hanno annunciato invece sì al ddl riforme. "Se questa è la volta buona, dipenderà anche dai nostri voti", ha detto il senatore Riccardo Mazzoni, invitando la sinistra Pd a "stare tranquilli: non pesteremo il loro orticello, ma si ricordino che le riforme sono patrimonio di tutti".

Che cosa cambia? Se oggi Camera e Senato hanno identiche funzioni, con il sì al ddl la Camera continuerà a votare le leggi e a svolgere le funzioni di indirizzo e di controllo politico ma lo farà in maniera esclusiva.

Il Senato sarà composto da 95 membri: 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 cittadini nominati dal Presidente della Repubblica e non avrà più competenza sulle leggi ordinarie. Potrà solo chiedere delle modifiche, ma il suo parere non sarà vincolante. Resta la competenza concorrente, tra Camera e Senato, in alcune materie specifiche, come le leggi elettorali, le leggi costituzionali e la ratifica dei trattati dell’Ue. Avrà una funzione di raccordo tra lo Stato e gli enti locali.

I senatori saranno eletti dai cittadini durante le elezioni regionali e non avranno alcuna indennità ma solo l’immunità.

Ora il testo della riforma tornerà alla Camera. In caso di via libera senza modifiche si concluderà la prima lettura. Poi dovrà essere nuovamente approvata dal Senato e infine ancora della Camera. A quel punto, come annunciato, ci sarà il referendum.
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