Buongiorno, ci servirebbe un mutuo. Quanto vi serve? Settecento milioni, grazie. Perbacco. Vabbè, non è andata proprio così: chi sta cercando il maximutuo è la Regione, che ovviamente non segue le vie del povero correntista comune. Però anche la Regione rischia di ricevere la stessa risposta: no. Le banche private non sono disposte a concedere la somma che la Giunta vuole utilizzare - nell'arco di sette anni - per il suo piano delle infrastrutture. Il bando, scaduto pochi giorni fa, è andato deserto: neppure una manifestazione di interesse dagli istituti di credito.

Non significa che il piano di infrastrutture non si farà: la soluzione, alla fine, dovrebbe essere il ricorso alla Cassa depositi e prestiti. Sta di fatto però che il sistema creditizio privato (isolano e non solo) non sembra voler collaborare all'operazione forse più importante messa in campo dalla Giunta Pigliaru. Un lungo elenco di opere pubbliche che, oltre all'utilità in sé (dai porti alle strade, dalle reti idriche al riassetto idrogeologico), deve servire anche a creare quel famoso «intervento keynesiano» nell'economia sarda, aprendo cantieri e creando occupazione. La Giunta in realtà avrebbe potuto rivolgersi direttamente alla Cassa depositi e prestiti, come stabilito dalla legge Finanziaria approvata dal Consiglio regionale.
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