E' quanto emerso nella riunione operativa dell'Unità di progetto, costituita per il contrasto e l'eradicazione della peste suina africana in Sardegna, per esaminare e valutare lo stato di avanzamento del piano straordinario recentemente approvato dalla Commissione europea e prima ancora dal Ministero della Salute.

Il primo passaggio per arrivare alla certificazione per il superamento del divieto di esportazione esistente riguarderà l'aggiornamento, a cura dell'Osservatorio epidemiologico della Sardegna, della mappa degli ambiti territoriali nei quali è possibile prelevare i maiali da avviare alla macellazione e al processo di termizzazione, in modo da poter circoscrivere quei territori a rischio o colpiti da focolai di peste suina e quindi esclusi dalla possibilità di esportazione.

Il secondo passo riguarderà la certificazione al Ministero della Salute, da parte del responsabile dell'Unità di progetto attraverso i servizi veterinari delle Asl e in collaborazione con il dipartimento di Veterinaria e Agraria dell'Università di Sassari, degli stabilimenti di produzione che adottano gli standard previsti dalle norme per la produzione di alimenti di origine suina "termizzati". Attualmente sarebbero due gli stabilimenti che possono effettuare la termizzazione: a Ploaghe e Villacidro.

All'incontro hanno partecipato rappresentanti della Regione, del Ministero, con il direttore generale della Sanità animale Silvio Borrello, e il rappresentante del Centro nazionale di referenza per le pesti suine Francesco Feliziani, della Commissione europea, con Alberto Laddomada, e dell'Università di Sassari con Marco Pittau.
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