Fra i due però c'è stato un testa a testa. Ceriscioli ha conquistato le province di Pesaro, Ascoli e Fermo (dove i dati sono definitivi), mentre Marcolini prevale nel Maceratese e ad Ancona. I seggi si sono chiusi alle 22, e lo scrutinio sta per concludersi. La partecipazione al voto è stata eccezionale. Oltre 40 mila elettori - il doppio delle previsioni della vigilia -, e pochissime contestazioni (solo ad Ascoli Piceno un paio di sostenitori di liste delle destra sono stati allontanati dai seggi). In una regione che ha solo 1,5 milioni di abitanti, queste primarie segnano "un dato straordinario e unico a livello nazionale" secondo il segretario regionale del Pd Francesco Comi. Anche per il clima di correttezza in cui si sono svolte, senza tensioni ai seggi, affollati già da metà mattinata. Luca Ceriscioli e Pietro Marcolini hanno votato nelle città d'origine, il primo a Pesaro il secondo a Macerata, i rispettivi comitati elettorali mobilitati fino all'ultimo minuto per convincere gli indecisi. Più in sordina la corsa dell'unica donna, Ninel Donini, sostenuta dall'Idv. Seicentosettantuno i giovani fra i 16 e 18 anni e gli stranieri che erano ammessi al voto con una preregistrazione online. A Macerata si votava anche per la scelta del candidato sindaco, e oltre ad avere avuto un peso sul test per la regione, la doppia scheda ha rallentato i tempi della proclamazione del vincitore. L'Ufficio tecnico regionale (Utar) si è riunito subito dopo la chiusura delle 309 sezioni, per poi proseguire senza interruzioni la verifica sullo spoglio delle schede fino alla proclamazione del vincitore. A sostegno dell'ex sindaco e vice segretario regionale Dem Ceriscioli, 49 anni, insegnante di matematica, si sono mossi il vice presidente nazionale del partito Matteo Ricci, i parlamentari Paolo Petrini e Luciano Agostini, il sindaco di Ancona e una larghissima fetta del Pd pesarese, storicamente l"azionista di maggioranzà dei Ds. La pesarese Alessia Morani ha scelto invece di appoggiare l'assessore regionale Pietro Marcolini, 63 anni, docente universitario, che ha avuto dalla sua anche gli altri parlamentari renziani Mauro Morgoni e Piergiorgio Carrescia. Con Marcolini anche esponenti di Area Dem, e del mondo della cultura e dell'economia, fianco a fianco di civatiani come il vice segretario regionale Gianluca Fioretti. Nelle Marche insomma non si poteva e non si può tirare una riga fra maggioranza e minoranza Pd, fra renziani della prima o della seconda ora. Tutto è abbastanza mescolato, anche nel campo del centro, e oggi lo si è visto nelle sezioni. Fra tanti, un'elettrice quarantenne, intervistata davanti al seggio n. 1 di Ancona, l'ha spiegato meglio: "Non ho mai votato Pd in vita mia. Lo faccio per la prima volta. Per me, e per le mie figlie ancora di più, la partecipazione politica non è un fatto identitario, è la scelta di una persona e di un progetto". Da domani per la coalizione Pd-Idv-Psi-Verdi-Cd si apre la partita vera, quella delle alleanze, con l'incognita della collocazione di Alleanza Popolare e di Marche 2020, il partito del governatore uscente Gian Mario Spacca.

Cristina Morbiducci (Ansa)
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