Proteste accese dalle opposizioni, che accusano il governo di aver presentato un testo pieno di errori: M5S chiede il rinvio in commissione del provvedimento e alla fine non partecipa al voto ("ci chiedete di votare Topolino", attacca Giuseppe Vaccaro) mentre Forza Italia abbandona i lavori dell'Aula di Palazzo Madama. "Non possiamo partecipare - dice il capogruppo azzurro intervenendo in Assemblea - ad una delle pagine peggiori della vita parlamentare italiana".

Poi però i senatori azzurri rientrano nell'emiciclo annunciando voto contrario. Imprecisioni, discrasie, refusi vengono riconosciuti dallo stesso viceministro all'Economia Enrico Morando: "Il governo accetta e si scusa per gli errori commessi anche nella relazione tecnica ma abbiamo cercato di rendere più leggibile il testo". Sotto accusa infatti finisce il dossier che correda la manovra ma anche lo stesso testo del maxiemendamento che, almeno in parte, viene rivisto durante i lavori dell'Assemblea come spiega il presidente del Senato Pietro Grasso: "si tratta - è la tesi - di drafting e la presidenza si assume dunque la responsabilità di fare correzioni".

Polemiche che fanno slittare di qualche ora il via libera finale al testo (che arriva all'alba). La manovra torna così alla Camera: sarà il terzo e l'ultimo passaggio e si annuncia comunque come un esame lampo: già lunedì è atteso l'ok finale ai documenti di bilancio.

RENZI - "Abbiamo stoppato l'assalto alla diligenza e messo in cantiere la legge elettorale. Indietro non si torna": Matteo Renzi, in contatto tutta la notte con il Senato, esprime soddisfazione con i suoi per "una partita che era davvero difficile perché erano tornati in campo vecchi appetiti e li abbiamo lasciati a bocca asciutta".
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