Verso il riordino degli Enti locali, legge che prevede il superamento dell'attuale assetto istituzionale (Regione, Province, Comuni) con uno completamente nuovo nel quale l'ente intermedio tra Comuni e Regione sarà l'Unione dei Comuni, mentre le Province (tre sono previste per Statuto) saranno svuotate progressivamente di competenze. E' quanto emerso dall'audizione dell'assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, in Commissione Autonomia del Consiglio regionale, presieduta da Francesco Agus (Sel).

Per il passaggio delle funzioni verrà creato un osservatorio regionale, mentre i commissari hanno chiesto all'assessore che per i circa duemila dipendenti, dipendenti delle società in house e precari non si creino in Sardegna gli stessi problemi che stanno caratterizzando la riforma in altre regioni (ritardi nei pagamenti degli stipendi, ecc.).

Le Unioni dei Comuni avranno una popolazione minima di 10 mila abitanti e saranno dei veri e propri enti locali con personalità giuridica, mentre le associazioni dei comuni potranno essere formate da amministrazioni con non meno di 180 mila abitanti. Potrebbe essere anche prevista un ente a metà tra le due figure: le unioni dei centri metropolitani per comuni non contigui, ma con connessioni importanti.

Tutte le amministrazioni, però, saranno obbligate a consorziarsi nelle Unioni che avranno organi di secondo livello. Via libera anche alla città metropolitana di Cagliari che però non coinciderà con l'intera attuale provincia: ci saranno i Comuni dell'area vasta (forum dei sindaci) e si potranno associare anche altre amministrazioni che lo chiederanno. "Dal 7 gennaio la prima Commissione avvierà l'iter delle consultazioni e delle audizioni sul provvedimento - ha spiegato Agus all'ANSA - ma vogliamo anche uscire dal palazzo del Consiglio e stiamo pensando ad una consulta plenaria che dialoghi con i territori".
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