"I bronzetti nuragici e la statuina della Dea Madre messi in asta internazionale hanno avuto e hanno la massima attenzione da parte del ministero. Vorrei dunque rassicurare i tanti sardi sinceramente preoccupati dalle notizie vecchie e nuove sul presunto traffico dei preziosissimi beni culturali e rispondere ai pochi politici che strumentalizzano all'ingrosso le notizie per una briciola di visibilità". Così il sottosegretario Francesca Barracciu dopo le ultime polemiche scoppiate nell'Isola e rimbalzate in Parlamento. In relazione alla vendita della Dea Madre - che andrà all'asta l'11 dicembre a New York con una stima tra 800mila e un milione e 200mila dollari - l'esponente del governo sottolinea di aver ricevuto l'appello dell'ex rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino e di aver già sollecitato il generale Mariano Mossa, comandante dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, "affinché la vicenda venisse seguita con la massima attenzione" ricevendo in tempo reale "adeguate rassicurazioni sul massimo impegno messo in campo dall'Arma per chiarire la situazione e accertare eventuali reati commessi". Per quanto riguarda invece la vendita all'asta dei sei bronzetti, "oggetto di un falso scoop e di una interrogazione parlamentare alla quale ho risposto oggi alla Camera, ho chiarito - dice ancora il sottosegretario - che si tratta di una questione datata e già ampiamente affrontata e chiarita dal Mibact. La vicenda è stata infatti scoperta dai nostri Carabinieri già nel 2012. E' stato appurato che tali reperti non figurano nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, che appartengono a collezioni private dai primi anni '80 e che probabilmente sono frutto di scavi illeciti e non vi è la possibilità di risalirne all'esatta provenienza né alla data di uscita dal nostro Paese. Per questo motivo - ha proseguito Barracciu - non si può intervenire con la Direttiva Europea 93/7 sulla restituzione dei beni usciti illegalmente in quanto applicabile solo a partire dal 31 dicembre 1992". Ma l'attività investigativa, fa sapere l'esponente del Pd, non si è mai fermata: "I carabinieri hanno preso contatti informali con la controparte per arrivare ad una soluzione extragiudiziale della questione, inoltre stiamo elaborando, di concerto con il ministero della Giustizia, un disegno di legge per riformare la disciplina sanzionatoria per i reati contro il patrimonio culturale. L'obiettivo è di inasprire le pene per i responsabili, introdurre nuove incriminazioni e consentire al nostro comando dei Carabinieri di svolgere particolari operazioni a contrasto di questi reati".
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