Si scrive flex security ma si legge politiche attive del lavoro per i 4mila sardi tra i 40 e i 59 anni espulsi dal mercato produttivo e rimasti senza sussidi della mobilità in deroga. Con 26 milioni di euro la Giunta regionale ha avviato un percorso per dare un'opportunità di rioccupazione a questi lavoratori attraverso tirocini in azienda (7,5 mln), un sussidio di 600 euro per i sei mesi di formazione (16 mln) e un incentivo per le aziende che assumono che va da 1.500 euro annui per contratti sotto i 12 mesi sino a 6.000 euro per quelli a tempo indeterminato (2,5 mln). Il modello per far incontrare domanda e offerta in un'unica vetrina è lo stesso della Garanzia Giovani e l'apertura del progetto è prevista per il 15 novembre. Sarà una sfida difficile visto che tra i 4mila lavoratori il 75% sono uomini che hanno un livello di scolarità medio-bassa e si stima che almeno 1300 possano trovare un contratto. Previste anche regole precise per evitare scappatoie: le aziende che licenziano, ad esempio, non potranno usufruire del progetto. "Questa è una politica attiva del lavoro - ha spiegato il presidente della Regione Francesco Pigliaru - ed è la logica nella quale ci vogliamo muovere per uscire tendenzialmente dalle logiche dalla cassa integrazione in deroga e mobilità che condannano a volte le persone ad una gabbia di protezione che incita a stare fermi. Garantiamo una copertura reddituale - ha aggiunto - ma il lavoratore deve anche impegnarsi a fare attivamente delle cose per recuperare la perdita del lavoro, sul modello della riforma di Schoeder in Germania". "Stiamo utilizzando risorse dei fondi 2007-2013 in particolare del Fondo sociale europeo - ha sottolineato l'assessore Virginia Mura - Riguardo la platea dei 4mila, si tratta soprattutto di persone che lavoravano nei servizi, nelle piccole aziende, di pulizie o nel settore ambiente, oppure in studi professionali, ma ci sono anche molti edili".
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