Matteo Renzi ha aperto ieri sera la Leopolda, il tradizionale raduno a Firenze dei suoi sostenitori, quest'anno però da capo del Pd e del governo. Alla kermesse fiorentina non partecipa la minoranza del Pd, parte della quale manifesterà oggi a Roma con la Cgil contro il governo. "Ho grande rispetto per quella manifestazione - dice Renzi - ma alla Leopolda non si protesta, si propone... E' finito il tempo in cui una manifestazione blocca il governo e il paese".

DUEMILA SARDI A ROMA - Cassintegrati, studenti, precari sono partiti dalla Sardegna. Come raccontato da Roberto Murgia su l'Unione Sarda oggi in edicola, al porto di Cagliari si sono presentati in 1500, altri cinquecento hanno scelto di imbarcarsi da Olbia o dagli aeroporti. Tutto come previsto, con circa duemila tra iscritti e delegati della Cgil sarda che hanno diligentemente risposto alla chiamata per la manifestazione di oggi a Roma contro il Jobs Act del governo Renzi.

RENZI-SINDACATI -Il difficile rapporto con i sindacati è il simbolo del metodo del premier che non vuole piegarsi ai riti dell'establishment: si ascolta tutti ma alla fine è il governo a decidere. Contro questo stile, oltre che contro i contenuti del jobs act, la Cgil è convinta di portare in piazza centinaia di migliaia di persone. E una larga fetta della minoranza Pd, da Stefano Fassina a Pippo Civati, da Cesare Damiano a Guglielmo Epifani, domani sfileranno per le vie di Roma contro le politiche del governo. Renzi, però, non sembra affatto preoccupato dalla contrapposizione né teme che la Cgil offuschi la sua Leopolda o peggio l'attività di governo. "Ho grande rispetto per la manifestazione della Cgil - sostiene - ma il fatto che Vendola la usi per annunciare uno sciopero generale dimostra come quella piazza si stia caricando di grandi significati politici. Quella piazza è di protesta sindacale e politica e io la rispetto ma la Leopolda è un'altra cosa: non si protesta ma si propone". E' inevitabile, osserva il premier, che una piazza sindacale sia anche "contro di me". Ma non saranno certo le proteste a fermarlo. "E' finito il tempo in cui una manifestazione blocca il governo e il paese", avverte il premier alludendo ai veti alzati in passato dai sindacati contro le riforme dei governi di sinistra.

LA MINORANZA PD IN PIAZZA - D'altra parte la Leopolda è la prova plastica del Pd a cui punta il leader dem: trasversale a età e ceti e oltre le ideologie. Un partito della nazione che faccia il pieno di voti e che vada oltre il bacino elettorale tradizionale della sinistra, dove gli iscritti della Cgil facevano una parte da leone. Ma se la Leopolda è il simbolo del Pd di Renzi, spicca l'assenza della sinistra del partito: ci sarà il ministro Andrea Orlando e qualche esponente dei "giovani turchi" ma il resto della minoranza sarà in piazza con la Cgil o, come Pier Luigi Bersani e Massimo D'Alema, altrove. Ma non a Firenze.
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