La Direzione del Pd ha approvato la relazione del segretario Matteo Renzi con 130 sì, 20 no e 11 astensioni.

RENZI - "Non possiamo non dire che la riforma del mercato del lavoro non può essere rappresentata in modo macchiettistico". Così Matteo Renzi chiude la direzione Pd. "E' imbarazzante parlare con chi vuole investire in Italia e non dire: ti do la certezza di quanto spendi. L'imprenditore deve essere messo nella condizione di provarci, tentare, ma nel momento in cui non ce la fa, non possiamo dirgli 'non puoi farlò". "Il punto centrale non è solo cambiare l'art.18 ma avere un'idea vincente di futuro", aggiunge.

Poi, sulla tenuta del partito dice: "Quando la sera a letto penso a quel 41% penso non all'epopea di un risultato ma all'ultimo grido di allarme. La memoria senza la speranza è muffa", ha affermato. "Potete dire che è un errore, che non siete d'accordo, che non ci votate. Ma non riconoscere che c'è un disegno unitario che mette insieme riforma del lavoro, scuola e giustizia è una cosa che appartiene all'aristocrazia più che alla democrazia".

"Le discussioni sono belle anche quando non siamo d'accordo. Un partito è un luogo dove si discute, anche se non si arriva a pensare nello stesso modo". Però poi "alla fine si vota allo stesso modo in Parlamento. Questo per me era la stella polare quando non ero" alla guida del Pd. Il premier è sicuro che il futuro del Governo non sia a rischio: "Una scommessa, una sfida per il paese che può avere ancora una speranza se si porta avanti questo disegno unitario che comprende la giustizia, la legge elettorale, la riforma del lavoro, la scuola: porteremo avanti questo disegno":

SINDACATI - "Non è accettabile che non si dica che in questi anni i sindacati hanno avuto una responsabilità drammatica" perché "hanno rappresentato una sola parte". Lo ha detto il premier Renzi spiegando che dovrebbe essere proprio il Pd a dirlo. "Se non lo diciamo noi facciamo un danno al sindacato", ha aggiunto.
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