Non solo la Regione sta rinunciando ai ricorsi per il riconoscimento delle risorse spettanti dalla vertenza entrate, ma da oggi, e per cinque anni sino al 2018, grazie ad un decreto pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, "tutte le maggiori entrate erariali derivanti da giochi, vendita tabacchi, addizionale della tassa automobilistica e dei bolli per le attività oggetto di emersione e immobili e attività finanziaria all'estero saranno contabilizzate in maniera separata nel bilancio statale". Lo denuncia il Gruppo Pdl in Consiglio regionale che, davanti a quella che definisce una "sottrazione di risorse vitali alla casse della Regione", chiede anche le dimissioni dell'assessore regionale del Bilancio, Raffaele Paci. In effetti il decreto del Mef, già previsto con la legge 147 del 2013, sul quale la Giunta Cappellacci aveva espresso un parere vincolato agli esiti dei ricorsi presentati davanti alla Consulta, individua le diverse quote percentuali di incremento delle entrate che spettano allo Stato e che non spetteranno, per cinque anni, alle regioni a statuto speciale, tranne la Valle d'Aosta, e quindi anche alla Sardegna, per concorrere all'equilibrio della finanza pubblica. "Non intendiamo rinunciare neppure ad un solo centesimo che spetta all'Isola - ha detto il capogruppo Fi Pietro Pittalis - l'atteggiamento degli annunci e delle illusioni della Giunta hanno creato delle conseguenze. Registriamo l'inadeguatezza a governare i processi della programmazione e bilancio della Regione e un assoluto dilettantismo". "Dalla resa sull'autonomia fiscale sulla quale avevamo vinto battaglie importanti anche sostenute dall'intero Consiglio, oggi siamo arrivati alla servitù erariale - ha affermato l'ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci - i professori si sono autocelebrati come detentori della verità e invece è l'esatto contrario". L'ex assessore del Bilancio, Alessandra Zedda, spiega che "le uniche voci con segno più per la Sardegna come quelle individuate nel decreto iattura del Mef, se le terrà lo Stato, mentre la Sicilia ha fatto un accordo sulle riserve". Secondo Zedda anche il decreto Sblocca Italia sarebbe da impugnare "perché lede lo statuto autonomistico". Giuseppe Fasolino denuncia quindi "l'atteggiamento rinunciatario dei sovranisti davanti ad un governo padrone", mentre Oscar Cherchi parla di "resposabilità dei professori che non riescono a applicare le teorie accademiche alla realtà". Infine Antonello Peru ritiene che si stia "tornando indietro".
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