Le postille legali non sono questioni da tralasciare, soprattutto quando in ballo ci sono 1,2 mld di investimento complessivo da parte della Qatar Foundation Endowment, 55,6 mln all'anno messi dalla Regione Sardegna e l'organizzazione di un nuovo ospedale che nascerà sulle ceneri dell'ex San Raffaele di Olbia e che servirà per curare alcune patologie genetiche e rare. Così da ieri va avanti nel palazzo della Regione in viale Trento a Cagliari la maratona per mettere nero su bianco i dettagli del contratto che dovrà definire, nei minimi particolari, l'attività della struttura.

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE - C'è ancora qualche giorno prima della data del 29 agosto, fissata come termine non vincolante per la chiusura della trattativa. Poi ci sarà la firma sul contratto alla quale parteciperà il premier Matteo Renzi e il Ceo della Qatar Foundation, Tashid Al-Naimi. Dall'incontro - cui partecipano il presidente della Regione Francesco Pigliaru, l'assessore della Sanità, Luigi Arru, il manager italiano della Qatar Foundation, Lucio Rispo, e la rappresentate del Bambin Gesù, partner clinico della Qfe, Maria Osti - non si parlerebbe né delle attività, né dei costi. Per ora non ci sono notizie sul fatto che nel decreto Sblocca Italia ci possano essere le deroghe sul taglio dei posti letto e sulla riduzione della spesa sanitaria privata, ma è probabile che la norma - preceduta dalla lettera di intenti siglata dal sottosegretario Graziano Delrio e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin - possa trovare spazio tra le pieghe del provvedimento.

Nella prima fase di avvio, dopo l'apertura prevista per il primo marzo 2015, il nuovo ospedale avrà a disposizione 178 posti letto, dei quali 108 per acuti e 70 per post acuti, accreditati secondo le norme nazionali e regionali. A regime, cioè presumibilmente nella primavera 2016, si arriverà a 242 posti letto (142 per acuti e 100 per post acuti). Ulteriori 50 posti letto senza oneri per il servizio sanitario regionale saranno a disposizione per i pazienti paganti. Poi c'è la ricerca per la quale servono risorse da attingere dai diversi canali regionali, nazionali ed europei, ma anche internazionali.
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