La condanna politica fu immediata, la denuncia penale arrivò di lì a poco. Poi, pian piano, il polverone si è abbassato. Fino a questa mattina. Calderoli, infatti, in un'intervista al settimanale Oggi, torna a scherzare con le origini africane dell'europarlamentare del Pd chiedendo esplicitamente a suo padre di "togliergli la macumba". "Sei volte in sala operatoria, due in rianimazione, una in terapia intensiva, è morta mia mamma e nell'ultimo incidente mi sono rotto due vertebre e due dita: forse è il caso di mandare un messaggio distensivo a papà Kyenge per chiedergli la revoca del rituale che mi fece", è l'appello di Calderoli, che fa riferimento riferimento al "cerimoniale" - riportato sempre dal settimanale Rcs - con cui Clement Kyenge e gli altri abitanti del villaggio del Katanga (Congo), hanno pregato per "scacciare lo spirito che ha spinto Calderoli a ingiuriare". "Non sono mai stato superstizioso, ma dopo la macumba che mi ha fatto il papà della Kyenge mi è capitato di tutto e di più - aveva postato su Fb alcuni giorni fa l'ex ministro -. Non so se devo mettere un annuncio sul giornale o chiamare direttamente Bergoglio, ma io devo trovare assolutamente un esorcista". Parole che per l'eurodeputata superano ancora una volta il segno: "Mi chiedo che religione pratichi Calderoli - è la reazione della Kyenge - Io sono cattolica per cui non credo a tante altre pratiche o tanti altri riti che per me non esistono, per cui non sto dietro a queste sue esternazioni che secondo me vanno anche contro le credenze...". In un'intervista rilasciata al quotidiano online Affaritaliani.it, Kyenge assicura che non è stata fatta alcuna "macumba" dal padre che, anzi, gli ha rivolto "un gesto di perdono e di accoglienza". Un perdono che però non eviterà al vicepresidente del Senato un processo per dichiarazione aggravata da odio razziale. "Il 30 c'è il processo e ci troviamo lì", assicura Kyenge, che aggiunge: "Mi sembra che la situazione di persecuzione continui. E in tutta questa situazione la persona perseguitata sono io".

Paolo Dallorso (Ansa)
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