Il documento, infatti, è stato approvato a maggioranza (32 voti favorevoli e 16 contrati) dopo che le opposizioni, su tutti il Psd'Az, avevano chiesto uno slittamento del voto a martedì per modificare il testo. La risoluzione indica che riforma dovrà partire "da un confronto ampio e approfondito tra tutte le forze politiche presenti in Consiglio" e le diverse iniziative dovranno essere inserite "all'interno di una cornice unitaria anche attraverso il coordinamento delle attività del Consiglio e della Giunta e in sinergia con i parlamentari sardi o eletti in Sardegna per i temi di loro competenza".

Secondo il presidente della commissione, Francesco Agus (Sel), "bisogna agire velocemente per difendere la specialità della Sardegna, in primo luogo utilizzando al meglio i poteri in capo all'istituzione regionale, applicando lo Statuto in maniera decisa ed efficace". Agus propone una riforma dell'assetto degli enti locali dentro una più complessa riforma della Regione, valorizzando le situazioni positive esistenti ed eliminando quelle che creano un blocco al decollo dell'economia. Il leader dell'Uds, Mario Floris, ha evidenziato le innumerevoli occasioni in cui il Consiglio ha discusso del tema delle riforme e rimarcato un generale clima "di confusione" nel dibattito odierno.

"Dobbiamo riscrivere la nostra Carta fondamentale - ha spiegato l'esponente dell'opposizione - per rafforzare i poteri di sovranità e autogoverno del popolo sardo, mentre la riforma interna (enti locali) e la grande riforma che riguarda la specialità sarda (Statuto) sono due percorsi distinti anche se convergenti".
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