In apertura del suo intervento, Pigliaru ha ribadito il rispetto della Giunta per le Forze Armate e l'importanza delle servitù militari per la sicurezza nazionale. "Ciò che però la Sardegna non può non ricordare è la sproporzione del contributo pagato dall'Isola all'esigenza di difesa. La Sardegna - ha ricordato il presidente - cede 30mila ettari del suo territorio al demanio militare, i poligoni di Perdasdefogu e Teulada sono i più vasti d'Europa. Serve un riequilibrio interregionale".

Nel suo intervento Pigliaru ha invocato più "trasparenza e conoscenza nei poligoni sardi". Per il presidente della Regione è urgente avviare attività di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica delle aree soggette a servitù militari. Da definire anche l'istituzione di osservatori permanenti l'ambiente e la salute dei cittadini. "Si tratta di una richiesta non negoziabile - ha affermato Pigliaru - è un'esigenza non solo per i cittadini ma anche per le imprese. Senza certezze non c'è futuro per il turismo e per l'agroalimentare".

Secondo il presidente della Regione, è arrivato il momento di rivedere tutta la questione. "Per lo Stato - ha detto - avere una servitù di seimila o tredicimila ettari non fa differenza. Il risultato è che quando si parla di spending review si prende in considerazione la riduzione di aerei, carri armati etc. C'è solo una voce di costo che non si riduce: la dimensione delle servitù militari: Il numero di ettari soggetto a servitù rimane costante. La Regione -ha annunciato Pigliaru - proporrà uno studio internazionale sulle servitù militari basato su standard riconosciuti a livello globale"

Pigliaru ha ricordato in Aula le dichiarazioni del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e la disponibilità dello Stato "a restituire alla Sardegna le aree militari considerate non strategiche per le Forze Armate". La Regione lavorerà per recuperare i territori e metterli a disposizione dei sardi. Pigliaru, al termine del suo intervento, ha informato il Consiglio della richiesta avanzata al Ministero: sospensione di tutte le attività militari nel periodo 1 giugno - 30 settembre. "Su questo punto il Governo ha mostrato disponibilità - ha detto il presidente - per noi si tratta di un passo impotante che produrrebbe immediati benefici per il settore turistico".
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