Il decreto lavoro ha aperto la prima crepa nella maggioranza. In un lungo vertice alla Camera, il ministro Giuliano Poletti ha provato a mediare tra le posizioni del Pd e di Ncd. Ma non c'è stata intesa. E il governo si è visto costretto a blindare il provvedimento con la fiducia, che è stata votata nel pomeriggio. Ncd e Sc avevano annunciato il loro sì per un senso di responsabilità promettendo battaglia al Senato. "Sui dettagli discutano quanto vogliono, ma alla fine si chiuda l'accordo", ha detto il premier Matteo Renzi. Che assiste da Palazzo Chigi allo scontro tutto interno alla sua maggioranza. Le polemiche, osserva in serata in un'intervista al Tg1, sono "tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale". Ma "con rispetto della campagna elettorale, noi vogliamo governare", afferma. E "non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione. Stiamo discutendo se le proroghe debbano essere cinque o otto, sono dettagli. Con tutto il rispetto per chi deve fare campagna elettorale, noi pensiamo agli italiani". E per gli italiani, sottolinea anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il decreto può "accelerare il beneficio in termini di occupazione della ripresa" economica.
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