Doveva essere la giornata in cui promuovere la proposta di legge del M5s sull'abolizione di Equitalia e per denunciare il compromesso al ribasso sul voto di scambio politico-mafioso. Si è trasformata in un nuovo, pesante, attacco alla Comunità ebraica. La giornata di Beppe Grillo in Parlamento finisce così: offuscata dalle polemiche e da uno show in cui attacca tutto e tutti. Il "pagliaccetto" Renzi, Berlusconi e Dell'Utri, "due persone che hanno condotto l'Italia al disastro" ed hanno fatto una fine "indegna" non sono "neppure uomini". Al posto del Cav, dice, "sarei andato in prigione piuttosto che fare una fine così miserabile". Attacca i giornalisti, servi del potere, "disinformati" e che lo dipingono come un "fuhrer" ma anche "razzista e antisemita, stupratore, omofobo. Il complimento più bello che mi è stato fatto è populista" dice. E in quest'ansia comunicatrice spiega che il suo post su Primo Levi non è stato capito. Non dai giornalisti, ma dal portavoce della Comunità ebraica, uno "stupido, ignorante e poco intelligente" che con il suo comportamento danneggia la stessa comunità. "Non chiedo scusa a nessuno", perché "non credo di aver mancato di rispetto a nessuno" dice il leader del M5s affermando di aver "letto Primo Levi", di averlo parafrasato non per fare del "sarcasmo o ironizzare" ma solo per attualizzare la sua denuncia. Sono gli altri che "non hanno capito". Non lo capisce neppure Marine Le Pen, 'scaricata' da Grillo dopo il suo trionfo elettorale. "Il signor Grillo manca di coerenza nel progetto che propone, si compiace di adottare un comportamento contestatore, scapestrato, senza offrire agli italiani un progetto coerente, ben concepito e approfondito" dice la leader del Front National che smentisce di aver fatto 'avances' ai Cinque Stelle e che ha invece firmato con Matteo Salvini un patto per un gruppo anti-euro e anti-immigrazione nel prossimo Europarlamento.
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