Un confronto a testa alta, tra pari. Tra due Paesi chiave per l'Europa, che hanno bisogno l'uno dell'altro. Mettendo definitivamente in soffitta il complesso di chi deve fare i compiti a casa, perché l'Italia "non è un alunno somaro da mettere dietro la lavagna". Dopo aver rottamato buona parte dei politici italiani, ora per il premier Matteo Renzi è arrivato il banco di prova più difficile. Ribaltare tutti i luoghi comuni sui rapporti tra Italia e Germania e presentarsi davanti alla cancelliera tedesca, custode dell'ortodossia del rigore, senza complessi di inferiorità. Ma al contrario con in mano "un percorso di riforme che non ha fatto nessuno prima in Europa", scandisce il premier alla vigilia dell'incontro a Berlino. Un pacchetto di interventi correlato di date e scadenze chiare e a breve termine. Una novità che la cancelliera, che da anni sprona l'Italia sulla via delle riforme strutturali, non potrà non apprezzare. Una differenza notevole rispetto al 2012, quando l'allora premier Mario Monti dovette impegnarsi con Frau Angela promettendo il massimo rigore per evitare di finire sotto la scure della Troika. Ora, si sottolinea in ambienti di governo, la situazione è cambiata e l'Italia non intende andare a dimostrare come pensa di tenere i conti in ordine. Lo farà e basta. Per i suoi figli, come va ripetendo Renzi. E, è il ragionamento che si fa negli stessi ambienti, non punta nemmeno ad avere "viatici o bollinature" per le misure prese. Perché l'Italia sa che se fa bene il suo dovere "può essere alla guida dell'Europa e non l'ultimo vagone tra i ritardatari". L'obiettivo del vertice di domani a Berlino, al quale Renzi andrà con 6 ministri del suo governo e una delegazione di imprenditori, è conoscersi, prendere le misure, dopo quell'incontro privato e informale voluto nel luglio scorso dalla Merkel quando Renzi era ancora sindaco di Firenze. Ma già parlava di Europa in modo nuovo, tanto da colpire la cancelliera che decise di invitarlo dopo aver letto una sua intervista. Insomma il premier domani si presenterà con la maglietta di Mario Gomez per la cancelliera ma non con il cappello in mano. Questa volta non ha nulla da chiedere. Semmai può confrontarsi su quelle che la Merkel ha già definito riforme "ambiziose". Anche se la sensazione è che il confronto più tecnico sulle cifre e sulle differenti situazioni economiche sarà lasciato a due pezzi da novanta come Pier Carlo Padoan e Wolfang Schaeuble. L'incontro tra Renzi e la Merkel sarà squisitamente politico perché sul tavolo ci sono le elezioni europee con i venti populisti che soffiano sempre più forte e una cancelliera che sa bene di non attrarre su di sé un grande consenso popolare e potrebbe apprezzare la capacità dell'ex sindaco di 'svecchiarè le istituzioni. Cura della quale l'Europa, sempre più lontana dai cittadini, avrebbe più che mai bisogno. Per questo la cancelliera potrebbe essere la prima ad apprezzare la forte ambizione del premier in vista della guida italiana del semestre europeo, cogliendo anche i forti pericoli interni al Paese, come la proposta di Grillo di un referendum per il ritorno alla lira. E' chiaro che per quanto Frau Angela possa apprezzare l'enfant prodige della politica italiana, alla donna alla guida della locomotiva d'Europa che proprio ieri ha annunciato la possibilità di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2015 l'ipotesi di utilizzare come copertura i 2-6 miliardi ricavati dall'aumento del deficit, pur restando sotto la soglia del 3%, non può piacere fino in fondo. Ma chi è vicino al premier assicura che Renzi non intende andare a Berlino per chiedere il via libera alle sue prossime mosse. E del resto negli ultimi giorni ha più volte ripetuto come un mantra che l'Italia rispetterà gli impegni presi. Certo, su un punto l'ex sindaco deve trovare il modo di rassicurare la cancelliera, che negli ultimi tre anni ha avuto bilaterali con 4 premier italiani: la stabilità. Senza la quale non sono possibili neppure le riforme.

Paola Tamborlini (Ansa)
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