Nove linee guida per "proseguire verso il 2020". Così il governatore uscente della Sardegna, Ugo Cappellacci, si presenta agli elettori nella prima uscita da candidato alle elezioni del 16 febbraio 2014.

In una mini convention a Cagliari, a cui hanno anche partecipato gli alleati della coalizione di centrodestra, il presidente pronto al bis - senza giacca e in jeans - ha illustrato i prossimi passi e la sintesi del documento programmatico.

Accanto a lui tanti giovani che lo hanno "circondato" durante tutta la presentazione commentando l'evento via Twitter (con l'hastag #ugo2014) e via Facebook, mentre sullo schermo scorrevano immagini dei cinque anni di governo.

Presenti tutti i partiti dello schiaramento: da Forza Italia Sardegna ai Riformatori, dall'Uds ai Fratelli d'Italia e all'Udc, sino ai movimenti per la Zona Franca e delle Partite Iva che verranno ospitati in una lista civica.

Tra i punti qualificanti, definiti insieme agli alleati, il governatore uscente mette la vertenza autonomistica nei confronti con lo Stato, l'idea di una Regione a misura di cittadino, il taglio ai costi della politica, i finanziamenti per le reti infrastrutturali, la svolta della green economy, l'impresa come centro del progetto politico-programmatico, il turismo e l'agroalimentare legati alla qualità della vita.

E' stato poi annunciato un piano straordinario quinquennale da almeno 200 milioni di euro per contrastare la disoccupazione giovanile e per la prima casa, più servizi e migliore qualità, risparmi nella sanità e iniziative di valorizzazione dell'identità del popolo sardo, assieme alla promozione e valorizzazione dei prodotti isolani.

"Non siamo qui per celebrare un leader o parti politiche, ma per affermare un progetto che va a favore del popolo sardo, cioè la nostra idea della Sardegna che vorremmo - ha chiarito Cappellacci - La politica non può essere una rincorsa all'emergenza, ma deve leggere il presente per interpretare il futuro, ecco perché dobbiamo pensare alle sfide alte, tra le quali la zona franca che è un'opportunità alla quale stanno guardando altre regioni europee. Noi discutiamo non di equilibri, ma di cose da fare - ha concluso riferendosi, seppur indirettamente, alla direzione del Pd in corso a Oristano - Sento poi parlare di tante Sardegne, di una Sardegna del futuro e di una possibile, ma non ho visto nessuna proposta". Quindi un appello: "Andate a votare, ma che sia un voto utile per non disperdere i consensi".
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