La sfida per la guida del Pd tra i 3 candidati (Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati) è anche una battaglia di idee e fronti, in alcuni aspetti agli antipodi. Ecco, in pillole i programmi dei tre candidati alla segreteria del Pd.

MATTEO RENZI

RIFORME - Stop al bicameralismo perfetto e tagli del numero dei parlamentari e dei costi della politica con un piano di 1 miliardo. Via le province, riduzione delle spese delle regioni cancellando, tra l'altro, i rimborsi ai gruppi consiliari. Legge elettorale che garantisca la governabilità: ok modello sindaco d'Italia ma anche altri sistemi maggioritari come il doppio turno o il Mattarellum corretto con il 25% di premio.

ECONOMIA - Tutte le risorse derivanti dalla lotta all'evasione fiscale vanno all'abbassamento delle tasse. Reperire fondi dal taglio delle pensioni d'oro e dalla cancellazione dei vitalizi di chi ha doppi incarichi. Patrimoniale solo dopo una congrua riduzione dei costi della politica.

LAVORO - Rivedere lo statuto dei lavoratori e rivoluzionare il metodo di accesso alla formazione. Mettere mano alla legge sulla rappresentanza sindacale prevedendo la certificazione dei bilanci. Rapporto autonomo e distinto tra Pd e sindacati.

EUROPA - Superare il vincolo ("anacronistico") del rapporto deficit/Pil al 3%, stop all'Ue dei burocrati Ue, rafforzare l'identità europea e andare verso gli Stati Uniti d'Europa.

DIRITTI - Ok alla civil partnership alla tedesca e approvazione della legge sull'omofobia a firma di Ivan Scalfarotto.

FORMA PARTITO - Un Pd che abbia tre basi: circoli, amministratori locali e gruppi parlamentari. Più potere ai territori e meno ai dipartimenti centrali.

LARGHE INTESE - Il governo deve avere un cambio di passo, a partire dalle riforme con il 2014 che deve essere un anno cruciale su questo fronte. Il Pd ne detterà l'agenda ("noi siamo il governo, gli altri sono partitini").

GIANNI CUPERLO

RIFORME - Va Rafforzata la forma di governo parlamentare ma l'imperativo è innanzitutto il cambio del Porcellum possibilmente con un sistema maggioritario a doppio turno. No al modello del sindaco d'Italia. Evitare torsioni presidenzialistiche, il sistema italiano deve restare quello di una Repubblica parlamentare.

ECONOMIA - Nuove politiche pubbliche a sostegno del sistema produttivo. Riqualificazione della spesa pubblica (ma no ai tagli lineari), redistribuzione del carico fiscale e sostegno alla scuola pubblica. Ok alla patrimoniale "senza timidezze".

LAVORO - E' il primo punto del suo programma. Sì a un piano straordinario per l'occupazione femminile e giovanile. Ok all'equo compenso. Risolvere definitivamente il nodo esodati.

EUROPA - Battere i pugni in Ue contro un sistema che, in anni di crisi ha messo il rigore davanti alla crescita e ribaltare questo schema. Rivedere al rialzo il deficit nel rapporto deficit/Pil portandolo dal 2,5 al 2,7% ricavando 3 miliardi da destinare ad esodati, occupazione e difesa del suolo.

DIRITTI - Sì ad estendere i diritti delle coppie gay e alla revisione della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita.

FORMA PARTITO - Partito 'forte' e radicato sul territorio che "non può essere un comitato elettorale permanente" e con un ruolo importante degli iscritti. Distinguere tra incarichi di partito e incarichi di governo a tutti i livelli.

LARGHE INTESE - Sostegno a Enrico Letta ma incalzandolo in particolare su lavoro, lotta alla povertà, equità nello sviluppo.

PIPPO CIVATI

RIFORME - Difesa del bipolarismo e subito riforma della legge elettorale per poter andare al più presto al voto. Ok al ripristino del Mattarellum.

ECONOMIA - Errore clamoroso intervenire sull'Imu. Ok a patrimoniale sui redditi o sui patrimoni purché sia 'progressiva' e dopo una revisione del catasto.

LAVORO - Giù le tasse sul lavoro. Insistere sulla proposta del reddito minimo garantito.

EUROPA - Sbattere di più i pugni in Ue. Essere rigorosi e impeccabili ma chiedere all'Europa che, ad esempio, scuola e ricerca possano essere fuori dal conto del debito.

DIRITTI - Sì ai matrimoni e alle adozioni gay.

FORMA PARTITO - Protagonismo agli elettori del Pd in un partito che dia spazio ai giovani e che ritrovi sé stesso collocandosi in uno spazio tra Rodotà e Prodi. Va ripensato il campo del centrosinistra nel suo complesso. Un partito in cui "ci sia anche Sel".

LARGHE INTESE - La fine del governo Letta è l'unico modo per chiudere il ventennio berlusconiano. Civati propone di cambiare la legge elettorale e andare a votare a marzo.

Alessandra Chini
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