"Non si torna alla legge precedente", ossia il Mattarellum, "ma si ha una conferma del proporzionale senza premio di maggioranza. Questo sembrerebbe l'effetto della prima parte della sentenza", afferma così il presidente emerito della Consulta Valerio Onida, aggiungendo che "solo col deposito della sentenza si produrrà l'effetto di far cessare l'efficacia delle norme dichiarate incostituzionali. Quindi, per ora - precisa - formalmente non è ancora cambiato nulla". "La Corte - ha quindi spiegato Onida - ha fatto venir meno la previsione del premio di maggioranza. Quindi, si dovrebbe immaginare che, se non intervenisse nessun altra misura legislativa, si applica il proporzionale senza premio di maggioranza. Per l'altro aspetto", ossia le liste bloccate, "è stata dichiarata incostituzionale la parte in cui non consente di esprimere preferenze. Ma qui è più difficile capire l'effetto pratico se non ci fosse un intervento legislativo: si può immaginare non solo che l'elettore possa dare preferenze, ma che poi l'ordine di elezione sia determinato dalle preferenze e non dall'ordine di lista? Su questo punto credo dovremo attendere le motivazioni, per capirne bene la portata" della sentenza.

PELLEGRINO - Più drastico il giurista Gianluigi Pellegrino, secondo cui "dopo il pronunciamento della Consulta, il Parlamento è delegittimato; dal punto di vista istituzionale è una decisione clamorosa. Nelle motivazioni della sentenza, la Corte si sforzerà di dire il contrario. Ma l'effetto reale è quello di una potente delegittimazione delle Camere". "Il Parlamento e il governo - osserva Pellegrino - non sono intervenuti con una riforma. Ora la sanzione costituzionale, priva le due Camere di ogni minima legittimazione costituzionale e politica. A questo punto vi è un dovere civico di procedere allo scioglimento, potendosi solo procedere come indica la Consulta ad una riforma elettorale che sia ampiamente condivisa, perché certo non si possono usare le maggioranze incostituzionali per approvare la legge elettorale". Per Pellegrino si pone, inoltre, un altro problema: quello dei parlamentari eletti con il premio senza soglia bocciato dalla Corte: "Sono stati eletti sulle base di una norma illegittima e ora devono essere sostituiti. Alla Camera, dove non si sono concluse le operazioni di convalida, la giunta deve espellere circa 150 deputati e sostituirli con altri: dovrebbero uscire esponenti Pd, ed entrare esponenti Pdl-Fi, Movimento 5 Stelle e Lista civica". Pellegrino all'indomani delle ultime elezioni, a nome di un'associazione di cittadini, presentò ricorso alla giunta delle elezioni di Camera e Senato contestando l'elezione dei parlamentari entrati grazie al premio. "Ora presenteremo una nuova memoria alle giunte, che dovranno accogliere i nostri ricorsi", annuncia. "A mio parere - sostiene il giurista -, il governo deve fare un decreto legge per introdurre un sistema per l'elezione di collegio al primo turno con premio su base nazionale al secondo turno. Il decreto deve essere convertito in 60 giorni: se lo sarà prima di eventuali elezioni, si voterà con questo sistema. Altrimenti con la legge di stampo proporzionale con sbarramento in entrata, che si configura dopo la sentenza della Consulta".
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