Un dolore impossibile da cancellare. Il papà di Silvio Olla, il militare sardo morto a Nassiriya, nella casa di Sant'Antioco è circondato da oggetti che gli ricordano il figlio: "Tutto ci fa tornare con la mente a prima di dieci anni fa, quando eravamo felici. In casa ci sono ancora tutte le cose di Silvio. Dalle missioni scherzava e quando mi chiamava al telefono nel dopo pranzo mi diceva: ti ho svegliato? Ho interrotto la pennichella?" Impossibile non parlare delle dichiarazioni della deputata Emanuela Corda. Ruggero Olla usa toni molto duri: "Sono arrabbiato. Quando ho sentito quelle parole mi sono sentito avvilito. Sono indignato. Non si può ricordare le vittime della strage e poi esaltare il carnefice. Alla parlamentare auguro che, se mamma, venga protetta da Dio e che non abbia la perdita di un figlio per mano di un terrorista. Perché, mi chiedo, cosa direbbe in questo caso?"

LE SCUSE DELLA GRILLINA - "Le vittime militari e civili morte a Nassiriya - ha affermato intervenendo nuovamente sull'esame del processo verbale - sono in cima ai miei pensieri e sono vicina ai familiari che si sono visti sottrarre padri, figli e mariti da quel terribile atto omicida e da quella sporca guerra".

E ancora. "Mi ripugna l'idea stessa di trasformare il proprio corpo in un ordigno assassino, per dare la morte a se stesso e agli altri. Non ho fatto l'elogio del Kamikaze - ha spiegato la deputata sarda - ma ho, al contrario, denunciato l'orribile ideologia che, sfruttando la disperazione e l'ignoranza, lo ha portato a trasformarsi in una bomba umana. Sono contro il fanatismo e nella mia idea di società laica e plurale non c'è spazio per il fondamentalismo religioso. Se le mie parole hanno soltanto minimamente offeso i familiari delle vittime di Nassiriya chiedo scusa a loro, perché questa non era in modo alcuno mia intenzione".

IL COCER E IL COBAR - Sconcerto e amarezza hanno espresso i delegati del Cocer Carabinieri e il Cobar Legione Carabinieri Sardegna alle parole definite "vergognose" proferite nel giorno del ricordo della strage di Nassiriya dal deputato Emanuela Corda (M5S): "Nessuno ricorda il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch'egli fu vittima oltre che carnefice". La Rappresentanza dei militari auspica che "in un momento di saggezza, il deputato Corda prenda in esame la possibilità di dimettersi dalla sua alta carica politica". "In occasione delle commemorazioni per il decimo anniversario della strage abbiamo avuto l'onore di vivere momenti di profonda riflessione e commozione con il padre del maresciallo Silvio Olla dell'Esercito, uno dei caduti italiani, con il quale ci pregiamo di condividere le origini sarde. Purtroppo i richiamati nobili sentimenti sono stati inquinati dalle parole vergognose dell'onorevole Corda che, con nostro profondo sdegno è stata presentata in tutti gli organi di informazione come esponente politica "sarda", hanno dichiarato i delegati del Cocer Carabinieri, Gianni Pitzianti e Giuseppe Bosi, quest'ultimo rappresentante del Ris di Roma, che nell'attentato ha visto sacrificare la vita di due suoi colleghi di reparto. Il documento di sdegno è firmato anche dal Cobar Sardegna che, rappresentando i carabinieri di tutta l'isola, "si sentono in dovere di prendere le distanze da tali dichiarazioni offensive che macchiano il nobile sacrificio di colleghi che hanno dato la vita per la patria e per un futuro migliore, in una terra lontana migliaia di chilometri dai loro affetti".

IL MINISTRO MAURO - "Ci sono coloro che sono operatori di pace, e ci sono i terroristi - ha detto il ministro Mario Mauro, parlando a margine di una cerimonia alla Scuola militare aeronautica Giulio Douhet di Firenze - Ci sono i carnefici e ci sono le vittime. La Storia, grazie a Dio, ci rende possibile distinguere bene gli uni dagli altri". E ancora: "Credo che questi giorni debbano essere dedicati alla memoria, al ricordo commosso, ma anche all'esaltazione del significato di ciò che è avvenuto, e quel significato è inequivoco".

IL GENERALE SCALAS - Durissimo il commento del Generale Gianfranco Scalas, che dieci anni fa era il portavoce della Brigata Sassari in Iraq: "Le parole dell'Onorevole Corda mi lasciano sconcertato. Mi chiedo se sia sopportabile che un rappresentante del popolo italiano possa in qualche modo mettere ancora più il coltello in una ferita che non si è mai chiusa. Dalla classe politica mi aspetterei provvedimenti che stanno più vicini a chi ha subìto attentati di questo tipo, non un ulteriore colpo di testa. Altro che Accabadoras. Quelle parole - ha concluso il Generale - hanno fatto ancora più male di 3mila chili di tritolo".

IL DISCORSO - "Signor Presidente, gentili colleghi, l'aspetto più drammatico della strage di Nassiriya è che, a nostro parere, non fu uno scontro tra buoni e cattivi, non fu un attacco di militari che fecero strage di civili inermi", ha esordito Emanuela Corda, deputata eletta in Sardegna per il Movimento CinqueStelle, rivolgendo il discorso in occasione del decimo anniversario della strage di Nassiriya. "Da una parte e dall'altra, infatti, vi erano delle vittime, e i responsabili politici e morali, i mandanti di quella strage non sono mai stati puniti. Tutti noi ricordiamo commossi i 19 italiani deceduti in quell'attacco kamikaze, e oggi siamo vicini ai loro familiari; a volte ricordiamo anche i 9 iracheni che lavoravano nella base italiana, ma non troppo spesso. Nessuno ricorda però il giovane marocchino che si suicidò per portare a compimento quella strage: quando si parla di lui, se ne parla solo come di un assassino, e non anche come di una vittima, perché anch'egli fu vittima oltre che carnefice". Queste le ragioni che dovrebbero preservarne la memoria: "Un'ideologia criminale - ha sottolineato - lo aveva convinto che quella strage fosse un gesto eroico, e lo aveva mandato a morire, e non è escluso che quel giovane, come tanti kamikaze islamici, fosse spinto dalla fame e dalla speranza che quel suo sacrificio sarebbe servito per far vivere meglio i suoi familiari, che spesso vengono risarciti per il sacrificio del loro caro".

LE REAZIONI POLITICHE - "Oggi, giornata della memoria dei caduti nelle missioni internazionali, il Movimento 5 Stelle ha equiparato le vittime italiane e i loro carnefici", ha detto il parlamentare di Sceta Civica Domenico Rossi. "Di fronte a ciò non ci sono valutazioni da esprimere ma solo da gridare con forza: Vergogna!". Parole di condanna anche da parte del deputato della Lega Nord Massimiliano Fedriga: "I 5 stelle giustificano i kamikaze islamici. E' una vergogna che nell'Aula della Camera, in occasione della commemorazione della strage di Nassiriya, i deputati dei 5 stelle, per voce della deputata Corda, dichiarino di non escludere che 'quel giovane, come tanti kamikaze islamici, fosse spinto dalla fame e dalla speranza che quel suo sacrificio sarebbe servito per far vivere meglio i suoi familiari".Ha poi aggiunto: "Giustificare degli assassini che hanno ammazzato giovani appartenenti delle forze armate è inqualificabile. Cercare di produrre dichiarazioni eclatanti per andare sui giornali speculando sulle vittime di Nassiriya è vergognoso. Il gruppo dei 5 stelle chieda subito scusa ai familiari delle vittime e a tutti i cittadini di questo Paese". Vivace anche la censura di Fratelli d'Italia: E' vergognoso l'intervento in Aula della deputata 5 Stelle Emanuela Corda. Possibile - ha detto il presidente del partito Ignazio La Russa - che solo ed esclusivamente dai banchi di Fratelli d'Italia, come riportato anche dal resoconto stenografico dei lavori, sia arrivato lo sdegno e la protesta per parole che offendono non solo le vittime di questa strage e i loro familiari ma una Nazione intera?". Così su Twitter il Presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini: "Su Nassiriya alla Camera i 5Stelle mi hanno fatto schifo".

LA PRECISAZIONE DI EMANUELA CORDA - "Come al solito i partiti strumentalizzano le nostre parole a fini politici - ha scritto sulla sua bacheca Facebook - nel commemorare le vittime di Nassiriya e nel sentirmi vicina alle famiglie dei nostri militari, ho voluto ricordare anche l'assassino e le responsabilità dei mandanti. Il kamikaze, carnefice e allo stesso tempo vittima della sua "ideologia criminale". E ho ribadito le colpe dei governi occidentali che avallarono la "truffa" Dell esistenza delle armi di sterminio di massa per giustificare l'intervento in Iraq". Poi ha concluso: "Non credo che restituire "verità" ai nostri morti, possa offenderne la memoria. Anzi, ripercorrere quella tragica pagina della storia delle nostre missioni, senza false ipocrisie, ci aiuta a non commettere gli Stessi errori. Per ribadire che non vorremmo mai più vedere le madri distrutte dal pianto e i loro figli, partiti con la speranza di cambiare il mondo, non fare più ritorno a casa".
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