Per diventare effettiva la legge dovrà essere confermata dalle Camere in doppia lettura come previsto dalla procedura di revisione costituzionale. Al voto non hanno partecipato i consiglieri del centrosinistra. Dopo il referendum del maggio 2012 che ha cancellato le quattro Province regionali di Olbia Tempio, Ogliastra, Medio Capidano e Carbonia Iglesias aprendo la strada al commissario, insediato anche a Cagliari, ora si arriva alla proposta di revisione costituzionale della Carta statutaria dell'Isola che elimina il termine "Provincia" e rimanda ad una successiva normativa l'organizzazione territoriale degli enti locali in Sardegna. Attualmente la proposta di legge ferma in commissione Riforme prevede che le funzioni, i servizi e il personale dipendente vengano trasferiti ai Comuni, anche in forma associata.

LE REAZIONI DAL PALAZZO - Mario Diana ha sottolineato che "si tratta di un provvedimento di legge non ordinario. Si sta andando avanti per dare una risposta ad un'unica forza politica che è quella dei Riformatori, ma questa modifica passa con grande silenzio".

Secondo Giacomo Sanna, leader del Psd'Az, "nel più assoluto silenzio non viene portata avanti la riforma degli enti locali. I commissariamenti resteranno in piedi sino alla prossima tornata elettorale perché hanno finalità elettoralistiche.

A Sanna ha riposto il consigliere dei Riformatori, Franco Meloni, che ha spiegato: "la legge di riordino è quasi pronta e ci sono già alcuni accordi politici per definire le competenze". "L'abrogazione di tutte le Province dallo Statuto - ha aggiunto assieme al capogruppo Attilio Dedoni - è un grande risultato dei Riformatori ma anche e soprattutto di tutti i sardi che hanno votato per la cancellazione di tutti gli enti intermedi coi referendum. Adesso tocca al Parlamento approvare celermente la riforma dello Statuto cancellando le Province".

Nel frattempo si è appreso che assieme al centrosinistra non ha partecipato al voto anche il consigliere sovranista ex Psd'Az, Paolo Maninchedda.

I lavori dell'Aula sono stati convocati per domani alle 10 per l'esame della leggina sugli ammortizzatori sociali in deroga, mentre questo pomeriggio alle 17:30 è stata convocata la conferenza dei capigruppo.

ELECTION DAY - E anche sul fatto che il presidente della Regione, possa indire election day per il voto alle regionali contestualmente a quello per il Parlamento nazionale ed europeo, posticipando la scadenza della legislatura di sei mesi, si è scatenata in aula la polemica. Proprio su questo punto è andato all'attacco il consigliere di La Base, Efisio Arbau: auspico che "il Parlamento non prenda neanche in considerazione una simile assurdità: la maggioranza proroga la sua scadenza sapendo di non esserlo più tra i sardi. Con una mano sbandiera il taglio della casta locale e con l'altra proroga se stessa".
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