New York piange i suoi agenti. Centinaia i messaggi di cordoglio lasciati dai cittadini a Brooklyn, sul luogo della sparatoria, dove ieri due poliziotti (Wenijan Liu e Rafael Ramos) sono stati assassinati a sangue freddo.

Dopo la tragedia, il presidente Barack Obama ha avuto un colloquio telefonico con il capo della polizia della Grande Mela, William Bratton, nel corso del quale ha espresso anch'egli cordoglio, esortando gli americani a respingere la violenza. Intanto, il dipartimento della Polizia della metropoli ha rafforzato le misure di sicurezza per gli agenti chiedendo loro di indossare sempre i giubbotti anti proiettile e di evitare, al momento, di pattugliare zone non assegnate. Ma la tensione tra la comunità nera e le forze dell'ordine ("ree" di utilizzare il pugno di ferro contro presunti malviventi di colore) resta altissima. Dopo la sparatoria di Brooklyn un poliziotto è stato

aggredito alla stazione del 28esimo distretto: in base alle prime informazioni, un uomo è entrato dentro l'edificio e gli ha spezzato un braccio.

DE BLASIO E RUDOLPH GIULIANI - Quanto sta accadendo ha scatenato critiche al sindaco newyorchese Bill De Blasio, accusato di "avere le mani sporche di sangue". In sua difesa è arrivato oggi il suo predecessore, Rudolph Giuliani. Secondo cui accusare il primo cittadino "è una reazione eccessiva", ma lui - ha aggiunto - "deve cambiare politica nei confronti dei poliziotti" in quanto, nel corso dell'ultima ondata di protesta, "ha lasciato che andassero fuori controllo. Avrebbe dovuto creare delle aree di protesta per i manifestanti". Giuliani punta piuttosto il dito contro la Casa Bianca. Per l'ex sindaco "il presidente Barack Obama ha una parte di responsabilità" perché "abbiamo avuto mesi di propaganda, a partire da lui, che tutti dovrebbero odiare i poliziotti".
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