Può un film satirico diventare oggetto di una spy story internazionale e scatenare un terremoto in grado di mettere in crisi il potentissimo mondo di Hollywood e diventando una vera e propria questione di sicurezza nazionale e internazionale? La risposta è sì. E' il caso di "The interview", pellicola con protagonisti Seth Rogen e James Franco che avrebbe dovuto uscire per Natale. Il film narra la storia di due reporter americani, in trasferta in Corea del Nord per intervistare il dittatore Kim Jong-un. Che, ovviamente, viene - cinematograficamente e metaforicamente parlando - fatto a pezzi. La pellicola ha suscitato la reazione indignata di Pyongyang, che ha minacciato rappresaglie. Arrivate sotto forma di attacchi da parte di pirati informatici che hanno hackerato gli archivi della Sony Pictures, produttrice del film, rubando dati sensibili e compromettenti, lanciando una sorta di ricatto alla Sony: "Non proiettate il film nelle sale o li divulgheremo". Cosa che puntualmente - e incredibilmente - la Sony ha accettato di fare, sospendendo la distribuzione. Una decisione che gli stessi hacker, che si definiscono Guardiani della Pace, hanno definito "molto saggia".

ALLARME - L'attacco degli hacker alla Sony Pictures, senza precedenti, oltre a far perdere milioni di dollari di incassi alla Sony ha fatto scattare l'allarme tra gli esperti di sicurezza informatica, che ritengono che possa essere "solo l'inizio". E che possa essere a rischio addirittura la sicurezza nazionale. "Il cyber-spionaggio ha raggiunto livelli mai visti prima", ha affermato alla Cnn Denise Zheng, vice direttore del Centro per gli studi strategici e internazionali. Durissimo anche il giudizio dell'Fbi: "Il cyberattacco alla Sony Pictures è un comportamento inaccettabile per uno Stato" hanno dichiarato i portavoce del Bureau, puntando il dito su Pyongyang.
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