"Saremo vigili contro coloro che cercano di farci del male. Non saremo mai intimiditi, manterremo il Canada sicuro". Queste le parole del premier canadese Stephen Harper, nel suo discorso alla nazione a seguito dell'assalto al Parlamento di Ottawa, costato la vita a Nathan Cirillo, soldato italo-canadese dell'esercito nazionale. A morire anche lo sparatore, freddato dai militari intervenuti in seguito all'allarme, Michael Zehaf-Bibeau. Secondo l'intelligence dello Stato nordamericano sarebbe stato l'unico a premere il grilletto, senza l'ausilio di complici. Tramonta, dunque, l'ipotesi del commando. Riguardo al killer (immortalato anche da alcune telecamere - GUARDA) si è appreso che aveva già precedenti penali sia in Quebec sia in British Columbia. Documenti giudiziari ottenuti dall'emittente Cbc News indicano infatti che Zehaf-Bibeau, canadese convertito all'Islam, era stato condannato in passato a 60 giorni di reclusione per possesso di stupefacenti, nel 2004. Mentre più di recente, nel 2011, aveva scontato un altro giorno di prigione per minacce durante una rapina a Vancouver. Secondo documenti di un tribunale del Quebec risalenti al 2004, Zehaf-Bibeau viveva all'epoca a Montreal, dove tuttora abita sua madre - Susan Bibeau - che è dipendente del governo federale.

I media canadesi confermano inoltre che i servizi segreti gli avevano confiscato a luglio il passaporto, considerandolo dopo la conversione "un viaggiatore ad alto rischio" in procinto di intraprendere un viaggio in Medioriente. Inoltre, Zehaf sarebbe stato quattro volte negli Stati Uniti. L'uomo è stato ucciso da una guardia, Kevin Vickers, all'interno del Parlamento, a pochi metri dalle aule dove in quel momento i deputati del Partito conservatore del premier Stephen Harper e i rappresentanti dell'opposizione stavano discutendo proprio sulle strategie per far fronte alla crescente minaccia del terrorismo nel Paese.
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