Paolo VI è stato proclamato beato. Papa Francesco, nella messa in Piazza San Pietro, ha pronunciato la formula della beatificazione. La festa del nuovo beato sarà il 26 settembre di ogni anno, data di nascita di Giovanni Battista Montini.

La messa è concelebrata anche dal Papa emerito Benedetto XVI che fu creato cardinale nel 1977 proprio da Paolo VI. La cerimonia liturgica ha anche segnato la conclusione del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia che si è diviso sull'accoglienza delle coppie omosessuali e sulla controversa questione della comunione ai divorziati risposati.

IL DISCORSO DEL PAPA - Non bisogna avere paura "delle novità", "delle sorprese di Dio". E bisogna riconoscere, "di fronte a qualunque tipo di potere", che "Dio solo è il signore dell'uomo, e non c'è alcun altro". Lo ha affermato papa Francesco nell'omelia della messa con cui ha chiuso il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia e celebrato la beatificazione di Paolo VI. Commentando "una delle frasi più celebri di tutto il Vangelo" - "Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio" - papa Francesco ha parlato di una "frase ironica e geniale" detta da Gesù ai farisei, "una risposta ad effetto che il Signore consegna a tutti coloro che si pongono problemi di coscienza, soprattutto quando entrano in gioco le loro convenienze, le loro ricchezze, il loro prestigio, il loro potere e la loro fama. E questo succede in ogni tempo, da sempre". Secondo Bergoglio, "l'accento di Gesù ricade certamente sulla seconda parte della frase: 'E (rendete) a Dio quello che è di Diò. Questo significa riconoscere e professare - di fronte a qualunque tipo di potere - che Dio solo è il Signore dell'uomo, e non c'è alcun altro. Questa è la novità perenne da riscoprire ogni giorno, vincendo il timore che spesso proviamo di fronte alle sorprese di Dio". "Lui non ha paura delle novità! - ha proseguito - Per questo, continuamente ci sorprende, aprendoci e conducendoci a vie impensate. Lui ci rinnova, cioè ci fa 'nuovì continuamente. Un cristiano che vive il Vangelo è 'la novità di Diò nella Chiesa e nel Mondo. E Dio ama tanto questa 'novità'! 'Dare a Dio quello che è di Diò, significa aprirsi alla Sua volontà e dedicare a Lui la nostra vita e cooperare al suo Regno di misericordia, di amore e di pace". Per il Pontefice, "è per questo che il cristiano guarda alla realtà futura, quella di Dio, per vivere pienamente la vita - con i piedi ben piantati sulla terra - e rispondere, con coraggio, alle innumerevoli sfide nuove".

IL SINODO DEI VESCOVI - Sull'accoglienza delle coppie omosessuali e sulla controversa questione della comunione ai divorziati risposati, pur fortemente emendata con 470 modifiche totali rispetto al documento di metà lavori, la conclusiva "Relatio Synodi", approvata ieri sera dall'aula alla presenza di papa Francesco, non ha trovato la maggioranza qualificata dei due terzi. La votazione dei 62 paragrafi, ampiamente riscritti dopo l'introduzione delle modifiche dei Circoli minori, è avvenuta punto per punto e ha ottenuto in gran parte ampie maggioranze. Questo non è avvenuto, invece, per il punto 52, che distingue le posizioni dei difensori della disciplina così com'è e di chi invece è favorevole all'ammissione ai sacramenti a condizioni ben precise precise, "quando si tratta di casi irreversibili e legati ad obblighi morali verso i figli", comunque dopo "una cammino penitenziale", affermando che "va ancora approfondita la questione": il testo ha ottenuto 104 "placet" nel voto elettronico dei 183 cardinali e vescovi e 74 "non placet" (cinque gli astenuti), quindi con una maggioranza "non qualificata". Analogamente è successo per il punto 53, in cui si chiede ancora un "approfondimento della tematica", sul fatto che se i divorziati risposati o conviventi possono ricorrere alla "comunione spirituale" perché allora, come chiedono dei padri sinodali, non possono accedere a quella "sacramentale": 112 i "placet" e 64 i "non placet". Altro paragrafo controverso il 55, sull'attenzione pastorale verso gli omosessuali, che riferisce come al Sinodo su questo tema "ci si è interrogati" riferendosi comunque a quanto insegna la Chiesa: "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio su matrimonio e famiglia". E che sostiene comunque che "gli uomini e le donne con tendenze omosessuali devono essere accolti con rispetto e delicatezza" e che "a loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione". Il punto ha ottenuto 118 "placet" e 62 "non placet", quindi comunque senza maggioranza dei due terzi. Niente a che vedere, in ogni caso, nella formulazione, con quanto c'era scritto nella discussa "Relatio post disceptationem", in cui si sottolineava che "le persone omosessuali hanno doti e qualità da offrire alla comunità cristiana" e che elogiava il "mutuo sostegno" come "appoggio prezioso per la vita dei partners" gay. Tutto questo è sparito nella Relatio finale, quindi con una decisa frenata sull'argomento. Sempre il documento finale, inoltre, al punto 56 definisce "del tutto inaccettabile che i pastori della Chiesa subiscano delle pressioni su questa materia e che gli organismi internazionali condizionino gli aiuti finanziari ai Paesi poveri all'introduzione di leggi che istituiscano il 'matrimoniò fra persone dello stesso sesso". Il Sinodo, comunque, continua a sostenere "la necessità di scelte pastorali coraggiose", e per quanto riguarda convivenze e unioni di fatto, "tutte queste situazioni vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in opportunità di cammino verso la pienezza del matrimonio e della famiglia alla luce del Vangelo", accogliendole e accompagnandole "con pazienza e delicatezza". La Relatio Synodi, dopo un ulteriore consultazione con le diocesi, diventerà la base di discussione per il Sinodo ordinario, convocato da papa Francesco per l'ottobre 2015. E lì, tra un anno, si giocherà la partita decisiva. In quest'assemblea straordinaria, caratterizzata da scontri accesi e forti polemiche, il fronte conservatore è riuscito comunque a tamponare le aperture più che ventilate nella prima settimana di lavori, tanto che uno dei cardinali che si erano più lamentati, come il sudafricano Wilfrid Fox Napier, ora canta vittoria e parla del raggiungimento di "una visione comune". Al termine della seduta. in un discorso salutato con cinque minuti di standing ovation da parte dei padri sinodali, papa Francesco ha detto che si sarebbe "molto preoccupato e rattristato se non ci fossero state queste tentazioni e queste animate discussioni", "se tutti fossero stati d'accordo o taciturni in una falsa e quietista pace", citando come "tentazioni" quelle dell'"irrigidimento ostile" o del "buonismo distruttivo", di trasformare "la pietra in pane" o "il pane in pietra". Il dibattito, ha sottolineato, si è sviluppato con "franchezza" e "coraggio", "senza mettere mai in discussione le verità fondamentali del Sacramento del Matrimonio: l'indissolubilità, l'unità, la fedeltà e la procreatività, ossia l'apertura alla vita". Secondo Bergoglio, inoltre, "tanti commentatori, o gente che parla, hanno immaginato di vedere una Chiesa in litigio dove una parte è contro l'altra": ma "era necessario vivere tutto questo con tranquillità, con pace interiore anche perché il Sinodo si svolge cum Petro et sub Petro, e la presenza del Papa è garanzia per tutti".
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