Ancora orrore in Medioriente. I miliziani jihadisti dello Stato islamico hanno decapitato quattro miliziani curdi, di cui tre donne, fatti prigionieri nel corso dei combattimenti vicino alla città siriana di Kobane. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani, aggiungendo che le teste delle vittime sono state esposte nella città di Jarablus. L'organizzazione non governativa segnala anche che le forze islamiste dell'Isis continuano ad avanzare dal lato orientale verso Kobane, vicino al confine con la Turchia, e sono arrivate ormai a due o tre chilometri dalla città. Un'offensiva che ha costretto oltre 160mila civili curdi a fuggire dalle proprie case.

Intanto, per fermare l'avanzata dei fondamentalisti, proseguono i raid della Coalizione internazionale, guidata dagli Usa, cui recentemente si è aggiunta anche la Gran Bretagna. Proprio da Londra è arrivato oggi un nuovo allarme sui rischi globali rappresentati dall'Isis. "Se non verrà contrastato e sarà lasciato libero di proliferare in Iraq e Siria, potrebbe diventare un vero Stato terroristico e arrivare a costituire anche una minaccia enorme, in quanto potrebbe dotarsi di armi chimiche, biologiche o perfino nucleari", ha detto il ministro britannico degli Interni Theresa May nel suo discorso oggi al Congresso del partito conservatore a Birmingham. Attiva sul fronte anti-Jihad anche la Francia, la cui intelligence avrebbe identificato i rapitori dell'ostaggio transalpino decapitato dai miliziani nei giorni scorsi.
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