Continuano i raid della coalizione internazionale contro le postazioni dell'Isis in Iraq e Siria. Quali sono le forze in campo? Perché gli Stati Uniti e i loro alleati hanno deciso di intervenire? Cosa sta accadendo, insomma, in Medioriente? Ecco le cinque cose da sapere sul conflitto in atto.

1. Cos'è l'Isis?

Isis (o Isil oppure, in arabo, Daesh) è la sigla dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante, una formazione armata, di confessione sunnita, che professa l'islamismo più radicale e propugna la Jihad, ovvero la "guerra santa" contro gli "infedeli". Una vera e propria milizia che ha conquistato posizioni nell'Iraq settentrionale e anche nella Siria del Nord, arrivando a controllare numerose città. Un'avanzata sanguinosa, durante la quale sono state perpetrate stragi contro le minoranze, cristiane, curde e yazide in particolare. Per fermare l'offensiva, il governo di Baghdad ha chiesto aiuto alla comunità internazionale.

2. La Coalizione internazionale

Tra i primi a rispondere all'appello, gli Stati Uniti. Il governo di Washington, autorizzato dal Parlamento, ha deciso di non inviare truppe di terra, ma di dare il via a raid aerei, bombardando le roccaforti di quelli che vengono senza mezzi termini considerati "terroristi". Al fianco degli Usa, cinque Paesi arabi: Arabia Saudita, Bahrein, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Giordania. Nei giorni scorsi la Coalizione si è allargata anche alla Francia e alla Gran Bretagna. Molti altri Paesi (una quarantina in tutto) danno il proprio supporto "indiretto". Compresa l'Italia. Che ha reso disponibile un aereo da rifornimento e dato l'ok all'invio di armi e munizioni alla resistenza curda, che combatte l'Isis sul campo.

3. I rapimenti e la propaganda

Tra le atrocità commesse dai miliziani islamisti in Iraq e Siria (esecuzioni di massa, crocifissioni, lapidazioni) hanno choccato l'opinione pubblica i rapimenti di reporter o operatori umanitari occidentali, in particolare americani, francesi e inglesi, alcuni dei quali decapitati per "avvisare" l'Occidente di tenersi alla larga da quello che si è auto-proclamato "Califfato islamico", sotto la guida del califfo al Baghdadi. I video delle esecuzioni, precedute dalla lettura di messaggi minatori e propagandistici da parte delle vittime, sono stati puntualmente diffusi in Rete, facendo il giro del mondo. Proprio l'uso di internet e dei social media per fare proseliti e lanciare minacce è una delle caratteristiche del "nuovo terrorismo internazionale".

4. L'allarme terrorismo

Con l'inizio dell'intervento militare contro l'Isis, si sono moltiplicati gli allarmi per attacchi terroristici nelle città occidentali. Numerose nazioni hanno dunque deciso di rafforzare l'allerta, con particolare attenzione a luoghi sensibili come aeroporti e metropolitane. Nei giorni scorsi i portavoce dell'Isis hanno invitato i "soldati di Allah" a compiere attentati e rappresaglie anche autonomamente. In alcuni forum sono state addirittura scoperte istruzioni per confezionare ordigni artigianali.

5. La Jihad nel mondo

Oltre ai guerriglieri dell'Isis, la "guerra santa" islamista viene condotta anche da altre organizzazioni terroristiche senza scrupoli, spesso in contatto tra loro. Al Shabaab in Somalia, Boko Haram in Nigeria, i gruppi talebani in Afghanistan e Pakistan, il Mujao e l'Aqmi in Mali e nell'Africa nord-occidentale, senza contare le varie "brigate" islamiste attive in Siria, Libano, Libia e nel deserto del Sinai. Gruppi di combattenti di Allah che continuano a moltiplicarsi. Ultimo nato è il movimento Jund al Khilafah Kinana ("I soldati del Califfo), con base in Egitto. E poi, naturalmente, c'è al Qaeda. Che in queste ultime ore, attraverso un portavoce, ha ribadito la minaccia ai Paesi che combattono l'estremismo: "Se continuerete con i raid in Siria e Iraq porteremo la Jihad in Occidente, colpendovi nelle vostre case".
© Riproduzione riservata