"Tu sei quella che è stata stuprata. Non puoi entrare". Fa il giro del mondo il trattamento riservato dal ristorante "Ginger" di Calcutta, in India, a una cliente vittima di violenza sessuale. Che, per tutta risposta, ha deciso di denunciare il locale per discriminazione. "Mi hanno negato l'ingresso - spiega la protagonista, Susette Jordan - perché sanno che sono la donna che è stata stuprata due anni fa a Park Street". L'aggressione, avvenuta nel 2012, nella nota strada di Calcutta, aveva sollevato un grande clamore perché la vittima, violentata da cinque uomini armati di pistola a bordo di un'auto, aveva in seguito rivelato la sua identità ai giornali sfidando la legge sulla privacy. Ora è arrivato il "divieto di ingresso". "Sono stata umiliata in pubblico - ha detto la Jordan - e nessuno è intervenuto a mia difesa. E' come se fossi stata violentata un'altra volta". Ma il gestore, Dipten Banerjee, ha smentito le accuse, replicando che il rifiuto è stato motivato per il riprovevole comportamento della Jordan in un'altra occasione in cui era giunta nel locale in compagnia di uomini. "Non l'abbiamo fermata perché è una vittima di uno stupro - ha detto - ma perché ci aveva creato dei problemi in passato dopo essersi ubriacata".
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