E' un consiglio che suona quasi come un monito. "Spero che la gente (in Scozia) penserà con molta attenzione al futuro". Sono le parole che secondo il Times ha pronunciato la regina alla folla di fronte alla chiesa di Crathie Kirk, non lontano dalla tenuta reale di Balmoral in Scozia, dopo la consueta funzione domenicale a cui partecipa la sovrana. Pur con il consueto garbo, Elisabetta II entra così nell'acceso dibattito sul referendum scozzese il cui risultato è oggi più che mai indeciso, coi due schieramenti che sono testa a testa nei principali sondaggi. Un portavoce di Buckingham Palace non ha voluto commentare quanto attribuito alla sovrana, che nei giorni scorsi si era chiamata fuori, affermando che si tratta di "conversazioni private": "il Palazzo è stato molto chiaro sull'imparzialità costituzionale della regina su questo argomento e sul fatto che spetta al popolo di Scozia decidere", ha aggiunto. Le parole della sovrana, che logicamente aspira a mantenere unito il suo regno, non appaiono così neutrali soprattutto alla luce di quanto si discute da giorni: da più parti vengono lanciati allarmanti previsioni proprio sul futuro della Scozia, che rischia il tracollo economico in caso di secessione. Come emerge anche da un sondaggio realizzato dal Sunday Telegraph fra i presidenti delle 100 maggiori società quotate sulla Borsa di Londra: l'80% vede nell'indipendenza effetti negativi per il Regno Unito. Questo mentre continua l'altalena dei sondaggi, che non permettono di far previsioni su chi sarà il vincitore. In una rilevazione per l'Observer, gli unionisti sono al 53%, mentre i secessionisti al 47%, se si escludono gli indecisi. In quella del Sunday Times la differenza fra i due schieramenti è minima: il 'o' è al 50,6% mentre il 'sì' al 49,4. In quella del Sunday Telegraph, invece, i secessionisti sono al 54% mentre gli unionisti al 46%.
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