Lo ha dichiarato il direttore dell' agenzia, Dimitri Kiselev. "Il nostro collega Andrei Stenine - ha detto - è morto. Credevamo fosse prigioniero...Ora sappiamo che è morto un mese fa". "La sua automobile è stata colpita da spari ed è bruciata - ha precisato Kiselev - su una strada vicino a Donetsk", uno dei bastioni dei separatisti prorussi ed epicentro dei combattimenti contro le forze lealiste nell'est dell' Ucraina. La televisione russa ha mostrato delle immagini della vettura, che appariva distrutta da un incendio. La scomparsa di Stenine aveva suscitato una forte mobilitazione della comunità della stampa russa, e il suo ritratto, accompagnato dallo slogan "Liberate Andrei", è stato esposto da quasi tutti i mezzi d'informazione. La Russia aveva aperto a metà agosto un'inchiesta sulla sua sparizione, privilegiando finora la pista del rapimento del giornalista da parte della guardia nazionale ucraina. "Purtroppo, mentre stavamo facendo tutto il possibile, e anche l'impossibile, per salvarlo, Andrei già non era più vivo", ha detto, amareggiato, il direttore della Ria Novosti. "Tutte le dichiarazioni che abbiamo sentito da parte degli ucraini sulla sorte di Stenine, erano bugie", ha aggiunto. Il fotografo, 33 anni, era in Ucraina dal 13 maggio e lavorava per l'agenzia filogovernativa Ria Novosti, controllata dall'agenzia Rossia Segodnia (La Russia di oggi). Aveva realizzato numerosi reportages fotografici a Kiev, ma anche nei bastioni dei separatisti prorussi nell'est del Paese, a Lugansk, Donetsk e a Mariupol, secondo Ria Novosti. I giornalisti hanno pagato un pesante tributo al conflitto ucraino, con tre giornalisti russi uccisi a giugno e un fotografo italiano morto, con il suo assistente russo, a fine maggio.
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