La Nato pronta a inviare 4mila uomini in Ucraina, per aiutare Kiev a tenere sotto controllo le province orientali minacciate dai filorussi. In particolare, l'Alleanza si starebbe pensando alla creazione di quelle che vengono definite "Punte di lancia" (spearhead). Ovvero, forze di intervento immediato che, nell'ambito della già esistente Forza di risposta, saranno in grado di intervenire "ovunque ci sia una minaccia" nel giro di due giorni: minieserciti, insomma, pronti all'impiego in 48 ore, con il supporto di aviazione, marina e forze speciali. La volontà della Nato di rafforzare la propria presenza in Ucraina ha ovviamente suscitato la pronta replica di Mosca, che per voce dell'alto responsabile militare Michail Popov ha fatto sapere che la Russia adatterà la sua dottrina militare tenendo presente il comparire di nuove minacce ed in particolare il rafforzamento della Nato alle sue frontiere. "Tutto dimostra la volontà delle autorità degli Stati Uniti e della Nato di proseguire nella loro politica di deterioramento delle relazioni con la Russia", ha detto Popov. I leader europei e mondiali però rassicurano: inviare truppe non vuol dire prepararsi alla guerra. Si punta piuttosto a inasprire le sanzioni nei confronti del Cremlino. Come confermato da Federica Mogherini, nuova responsabile Ue per la politica estera, che ha annunciato che il nuovo pacchetto di sanzioni verrà votato dagli Stati Membri venerdì prossimo. Nel frattempo, la Nato ha dato il via a una esercitazione su larga scala (nome in codice "Steadfast Javelin II") che vede impegnati centinaia di militari di nove paesi, tra cui l'Italia. Le grandi manovre, finalizzate a "rassicurare" le nazioni dell'Europa orientale, sono cominciate oggi tra Polonia, Germania e Paesi baltici e proseguiranno fino a lunedì prossimo.
© Riproduzione riservata