Un altro ragazzo nero ucciso dalla polizia in Missouri rischia di riaccendere le tensioni dopo la morte a Ferguson del 18enne afroamericano Michael Brown, freddato da un agente il 9 agosto scorso.

Secondo quanto riferisce la polizia, il fatto è avvenuto a 10km da Ferguson: gli agenti sono intervenuti dopo la segnalazione di un giovane nero, 23 anni, che brandiva un coltello davanti a un negozio. I poliziotti gli avrebbero ripetutamente detto di posare l'arma, riferiscono le autorità, ma la vittima agiva in maniera "strana" e avrebbe detto: "sparatemi, uccidetemi". Quando il giovane si è trovato a pochi metri di distanza dagli agenti, uno di loro (o due, non è ancora chiaro), gli ha sparato. Il ragazzo è morto sul colpo.

La sparatoria avviene dieci giorni dall'uccisione di Michael Brown, i cui funerali saranno celebrati lunedì prossimo, in un momento di alta tensione. Anche ieri, nonostante la presenza dell'esercito e l'invito di Obama a "manifestare in maniera pacifica", il sobborgo di St. Louis, diventato il simbolo delle tensioni razziali che persistono nella società americana, è stato teatro di nuovi scontri. Sei feriti e 78 arresti è il bilancio degli incidenti che, ha detto Ron Johnson, capo della polizia stradale del Missouri, sono provocati da un piccolo gruppo di delinquenti che aspettano la sera per agire. Anche ieri, per ore, la protesta è stata pacifica, ma la tensione era tangibile con la polizia ancora una volta in tenuta antisommossa e la presenza della Guardia nazionale. La situazione è degenerata quando alcuni manifestanti hanno lanciato bottiglie, pietre e molotov contro la polizia. A quel punto gli agenti, supportati da un elicottero e da mezzi blindati, hanno ordinato più volte alla folla di disperdersi, poi è partito il lancio di lacrimogeni verso i manifestanti.

Una trentina di persone sono state arrestate, tra cui una sopravvissuta all'Olocausto di 90 anni, mentre i feriti sono sei, compresi quattro poliziotti e un fotoreporter. Johnson ha subito detto che la polizia non ha sparato nessun colpo, affermando che i proiettili sono partiti dalla folla di dimostranti e ha ribadito che la situazione è esplosa a causa di "una minoranza di delinquenti". Ha poi confermato che il coprifuoco non sarà imposto nemmeno questa sera. Sui disordini è intervenuto nuovamente il presidente Usa Obama che ha invitato alla calma. Poi ha annunciato che domani il ministro della Giustizia, Eric Holder, andrà a Ferguson e incontrerà l'Fbi già sul posto per indagare sulla morte di Michael mentre si attendono i risultati dell'autopsia dei federali. L'altro esame autoptico, dopo il primo effettuato dall'ufficio di medicina legale della contea, è stato eseguito dal dr. Michael Baden, uno dei patologi più noti del Paese, ha rivelato che il 18enne è stato colpito da 6 proiettili, ma quello fatale è stato l'ultimo, sparato alla testa. Il medico ha anche aggiunto che sul corpo non ci sono segni di colluttazione, fatto questo che smentirebbe la tesi della polizia secondo cui la vittima avrebbe tentato di afferrare la pistola dell'agente Darren Wilson e ne è nato uno scontro fisico. Testimoni hanno sempre raccontato che Michael aveva le mani alzate quando il poliziotto gli ha sparato. E ora spunta anche un video a ribadire la tesi. A fornirlo è stata una ragazza, Piaget Crenshaw, che ha assistito, per caso, all'uccisione di Michael. La dinamica della sua morte rimane comunque ancora poco chiara e nessuna accusa è stata formulata nei confronti del poliziotto. A questo proposito, il gran giurì incaricato di decidere se incriminarlo o meno, inizierà a esaminare le prove da domani.
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