Mashid Rezai oggi ha 31 anni; è cresciuta nel nord dell'Iran, dove suo padre, a soli 11 anni, l'aveva ceduta in moglie a un uomo molto più grande di lei. Ha deciso di raccontare la sua storia al Daily Mail "per aiutare tante donne che ogni giorno si trovano nella mia stessa situazione".

Per sfuggire al matrimonio combinato con quell'uomo, che era già sposato, aveva 35 anni e dei figli, la bambina aveva tentato di darsi fuoco: "Mi ero buttata addosso del liquido infiammabile e con un fiammifero avevo acceso il rogo". Vedeva la sua gonna incendiarsi, e d'istinto era fuggita in cortile. Lì era stata salvata da un vicino, ma era rimasta terribilmente sfigurata, tanto che il suo promesso sposo l'aveva rifiutata. A quel punto l'ira di suo padre era senza confini: "Mi picchiava in continuazione, ogni giorno, con un bastone, anche quando ero in ospedale". Passati due anni, Mashid non resiste: ruba dei soldi ai genitori e fugge a Teheran, alla ricerca di un medico che possa porre rimedio ai segni causati dal fuoco sul viso e sulle mani. Ma non trova nessuno disposto ad aiutarla e dopo diverse peripezie riesce a raggiungere Londra, dove vive tuttora. "Al mio arrivo mi sembrava di stare in un nuovo mondo: nessuno mi picchiava, nessuno mi lanciava pietre per strada come succedeva al mio paese, potevo girare tranquillamente per la città".

Ora Mashid è impegnata in una campagna per la lotta contro le spose-bambine.
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