"Non ha mai voluto uccidere donne per poi cibarsi dei loro corpi". Sentenza di primo grado ribaltata, assoluzione e scarcerazione per Gilberto Valle, agente newyorchese noto all'opionione pubblica Usa come il "poliziotto cannibale". L'uomo era stato arrestato e incriminato nel 2012, dopo una denuncia di sua moglie, che aveva trovato nel suo pc conversazioni inquietanti e dettagliate sulle sue presunte intenzioni omicide. Chat dove lui stesso immaginava di rapire, torturare, assassinare e infine divorare malcapitate incontrate per strada. Nel corso del processo l'imputato si è sempre difeso, sostenendo che quelle frasi non fossero dichiarazioni d'intenti, bensì "fantasie", simili a quelle dei "giochi di ruolo". Tesi che alla fine ha trovato d'accordo il giudice federale che, pur riconoscendo (e biasimando) la propensione dell'imputato alla misoginia e la truce violenza verbale utilizzata sul web, ha disposto la scarcerazione di Valle, rimasto comunque 21 mesi dietro le sbarre, visto che l'accusa non è riuscita a dimostrare "oltre ogni ragionevole dubbio" che stesse progettando efferati omicidi. Soddisfatto l'avvocato dell'ex agente, Giulia Gatto: "E' stato dimostrato che il mio cliente non è colpevole di nulla, a parte avere pensieri non molto convenzionali. Ma non si può mettere in galera le persone per ciò che pensano". I procuratori hanno però deciso di presentare ricorso contro l'assoluzione.
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