Tuonano le armi nelle regioni orientali dell'Ucraina. A fronteggiarsi i miliziani filorussi fautori della secessione e le truppe di Kiev. La zona più calda è quella attorno alla città di Sloviansk, da due settimane in mano ai paramilitari fedeli a Mosca. I media locali parlano di scontri a fuoco all'ingresso dell'area urbana, assediata dalle forze armate ucraine con l'ausilio di blindati ed elicotteri. Sempre a Sloviansk, sconosciuti hanno aperto il fuoco contro un posto di blocco di miliziani filorussi, uccidendo due degli uomini di guardia. Complessivamente sarebbero 7 le vittime tra i filorussi. Si combatte anche ad Artemivsk, nella regione di Donetsk, dove i militari ucraini hanno respinto un attacco di un centinaio di miliziani a un deposito di armi. Il deposito, secondo quanto sostiene il ministero della Difesa di Kiev, è stato assaltato da uomini armati di mitra, lanciagranate e bombe a mano. Ferito un militare. In queste ore le truppe ucraine hanno poi strappato ai pro-Mosca il controllo del municipio di Mariupol, importante porto sul Mar Nero. Fonti russe parlano di circa 11mila militari ucraini schierati complessivamente nello scacchiere orientale, coadiuvati da 160 carri armati e 230 blindati più numerosi mezzi d'aviazione. Dal canto proprio, la Russia ha ripreso le esercitazioni militari sul confine, mentre il leader di Mosca Vladimir Putin ha detto che le operazioni messe in atto dalle forze armate ucraine "avranno conseguenze". Il rischio di un intervento armato russo diventa sempre più concreto. "Se non sarà fermata la

macchina militare - ha dichiarato ill ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu - essa porterà ad un gran numero di morti e feriti". Minaccia che ha portato le truppe ucraine ad attenuare la propria azione, per scongiurare l'eventualità di un'invasione.
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