Grande festa a Gaza per la riconciliazione tra Hamas e Olp, le due principali organizzazioni che lottano per il riconoscimento dello Stato di Palestina. Scene di giubilo, con migliaia di persone in piazza ad esultare, si sono viste in tutte le località della Striscia, dopo l'annuncio dell'accordo che riappacifica le due realtà dopo sette anni di ostilità. Il primo a confermare la ritrovata intesa è stato Ismail Haniyeh, capo di Hamas. In base all'accordo, il presidente dell'Autorità nazionale palestinese Abu Mazen inizierà subito le consultazioni per la formazione di un governo di unità nazionale. Sei mesi dopo la formazione di questo esecutivo si svolgeranno simultaneamente nei Territori nuove elezioni, legislative e presidenziali. Un'altra complessa questione da risolvere riguarda il futuro controllo delle forze di sicurezza: Hamas dispone a Gaza di un braccio armato ben addestrato e dotato di armi sofisticate (fra cui missili di lunga gittata), mentre in Cisgiordania Abu Mazen dispone di un'efficiente forza di sicurezza paramilitare. La riconciliazione tra Hamas e Olp non è stata accolta con favore da Israele. Secondo il viceministro degli Esteri di Tel Aviv, Zeev Elkin, l'accordo mirerebbe infatti "alla distruzione" dello Stato ebraico. "Adesso Abu Mazen ha trovato il proprio posto naturale, nel caldo abbraccio degli assassini di Hamas", ha aggiunto Elkin. Da segnalare, inoltre, proprio nei momenti dell'annuncio dell'accordo, un raid dell'aviazione israeliana nella Striscia, che secondo fonti locali ha fatto registrare tre feriti. Dal canto proprio, il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha annullato l'incontro, in programma

stasera, con i negoziatori palestinesi nel formato a tre con i rappresentati Usa, sul processo di pace.
© Riproduzione riservata