Resta esplosiva la situazione in Ucraina orientale, sempre più sull'orlo della guerra civile. La controffensiva dei militari di Kiev contro gli insorti filorussi sta interessando soprattutto la città di Kramatorsk, dove sono arrivati trecento soldati per opporsi alle forze paramilitari fedeli a Mosca. La popolazione locale però sta cercando di sbarrare loro la strada. Alta tensione anche a Sloviansk, dove si stanno dirigendo blindati che espongono bandiere russe, e a Donetsk, dove uomini armati di mitra hanno occupato il municipio, allontanando la polizia ucraina, per chiedere un referendum per l'indipendenza sull'esempio della Crimea. Secondo fonti locali, inoltre, sia a Kramatorsk che ha Slaviansk, alcuni militari ucraini hanno deposto le armi prima ritirandosi di fronte ai filorussi, applauditi dalla popolazione.

L'incandescente crisi ucraina preoccupa ovviamente le altre nazioni europee, al punto che la Nato, attraverso il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, ha deciso di correre ai ripari. "Abbiamo preso nuove misure per rispondere alla crisi ucraina, rafforzandoi i dispiegamenti via terra, aria e mare", ha detto Rasmussen. La Nato - ha aggiunto - "sostiene la riunione di Ginevra e tutti gli sforzi della comunità internazionale per trovare una soluzione politica" e "chiede alla Russia di mettere fine alla destabilizzazione dell'Ucraina, ritirando le truppe

dai confini e chiarendo che non sostiene le azioni violente dei separatisti pro-russi". La Nato metterà in campo quindi più aerei, più navi e aumenterà la capacità via terra. "Ad esempio, gli aerei da pattugliamento faranno più sortite sulla regione Baltica", mentre "i nostri piani di difesa saranno rivisti e rafforzati". Le misure saranno "attuate da subito" e "altre ne verranno, se serve, nelle prossime settimane e mesi".
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