C'è una spiegazione tecnica ai cellulari, appartenenti ai passeggeri che si trovavano sul Boeing 777 della Malaysia Airlines, che continuano a squillare. Mentre l'aereo è sparito da sabato scorso - probabilmente precipitato in mare - i parenti delle persone che si trovavano a bordo, 239, hanno chiamato più volte e hanno sentito dall'altra parte uno squillo che ha riacceso le speranze di ritrovarle vive. Invece è solo una questione tecnica: lo squillo che si sente è solo un segnale di "latenza" tra l'inizio della chiamata e il raggiungimento del primo ripetitore, che non è il portatile del destinatario.

Lo stesso fenomeno si era verificato l'anno scorso quando a Los Roques era caduto l'aereo su cui viaggiavano Vittorio Missoni, sua moglie, due amici e due piloti: anche in quel caso i cellulari continuavano a dare un segnale di comunicazione, ma in realtà erano tutti già sul fondale marino.

Le ricerche dell'aereo nell'area al largo del Vietnam, intanto, continuano, come continuano le polemiche su episodi che suscitano scalpore, come la rivelazione di un'emittente televisiva australiana secondo la quale il copilota del Boeing, Fariq Abdul Hamid, 27 anni, nel 2011 aveva violato le regole della compagnia aerea permettendo a due passeggere di entrare nella cabina di comando; lì le ragazze avevano fatto fotografie e trascorso ore in compagnia dei piloti.

L'ultimo messaggio inviato dal volo alla torre di controllo, il giorno della scomparsa, era stato: "Tutto bene, buonanotte" e nessuno ha ricevuto successive richieste d'aiuto.
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